Nuovo contributo alle imprese per la Regione Veneto

Regione Veneto e Cassa Depositi e Prestiti stanno per attivare un Fondo di rotazione regionale per il sostegno delle imprese e degli investimenti in ricerca, per un totale di 197 milioni di Euro, sui quali verranno applicate vantaggiose agevolazioni.

Ciò è stato possibile grazie ad un protocollo di intesa che la giunta veneta, nella persona di Isi Coppola, assessore all’economia, ha approvato ed è in attesa di essere sottoscritto.

Grazie a questo fondo, si potrà disporre di una “provvista” a costo agevolato presso banche e società di leasing convenzionate per finanziamenti a medio-lungo termine, con rimborso previsto entro 15 anni. Questi finanziamenti saranno erogati per permettere alle imprese investimenti produttivi e progetti legati alla ricerca e all’innovazione.

Coppola ha così commentato: “ La Legge Finanziaria nazionale ha esteso l’ambito di operatività del FRI, attivo presso la Cassa Depositi e Prestiti dal 2006, agli interventi previsti da leggi regionali di agevolazione o conferiti alle Regioni, per gli investimenti produttivi e per la ricerca. Lo scorso aprile, con un decreto interministeriale, è stato adottato l’atto di indirizzo per l’attuazione di questa strumentazione finanziaria, dando il via, dopo lunghe attese, alla fase operativa. Le risorse complessivamente a disposizione, pari a 1,75 miliardi di euro, sono state suddivise tra le Regioni con i medesimi parametri del “Fondo Unico per le Imprese” e per il Veneto sono utilizzabili oltre 197 milioni

Una buona notizia, dunque.

Vera Moretti

I genitori comprano casa per garantirsi attenzione

Un’indagine di Casa.it  rivela che i genitori italiani non accettano l’indipendenza dei figli, che spesso collima con un allontanamento dalle loro vite, e che anzi trovano stratagemmi per bloccarne l’indipendenza. La maggior parte dei giovani under 30 infatti, ricorre ai risparmi dei genitori per l’acquisto della prima casa, non rendendosi però conto, o forse in certi casi sì, che i genitori così facendo stanno opzionando il controllo sulle loro vite.

Il sostegno di papà e mamma infatti spesso non è disinteressato: due famiglie italiane su tre offrono aiuto per l’acquisto delle prima casa, pretendendo però di avere voce in capitolo sul da farsi: posizione, metratura, fino alla ristrutturazione e all’arredo interno.

Tendenza prevalente al Sud Italia (43,7%), quando i più giovani decidono di trasferirsi nelle grandi città del Nord per studio prima e lavoro poi.

Questo fenomeno messo in luce dalla survey è un atteggiamento tipicamente italiano, negli altri paesi europe i giovani si rendono indipendenti molto presto, acquistando la prima casa senza aiuti familiari”, commenta Daniele Mancini, Amministratore Delegato di Casa.it.

Il 58% dei giovani meridionali nello specifico si lamenta della tendenza a comparire alla porta senza preavviso dei genitori, azzerando la loro privacy. Al Nord ci si lamenta invece dell’intrusione di madri e padri nella scelta dell’abitazione “perfetta”.

Da cosa nasce la richiesta di aiuto ai genitori sapendone gli effetti collaterali? Senz’altro dalla complessità riscontrata nel gestire tutte le pratiche burocratiche legate all’acquisto della casa, come la scarsa conoscenza di tutte le fasi del processo di acquisto, la complicata scelta del mutuo/finanziamento e la lettura del contratto, tra le principali.
La colpa è soprattutto delle banche che,  mentre i paesi come gli Usa regalano mutui causando i già noti crack finanziari, in Italia fanno l’opposto, chiedendo ai giovani spesso e volentieri garanzie che solo i genitori possono coprire, per cui per acquistare la prima casa i ragazzi non hanno altra scelta se non quella di rifarsi al patrimonio familiare, qualunque sia il budget.

Quale il budget stimato per l’acquisto di una casa da parte dei giovani? Il 28,5% è disposto a spendere sotto i 150 mila euro, il 26,9% sotto i 200.000 euro, mentre solo un giovane su cinque si prefigge una spesa tra i 200 e i 300 mila euro.
Infine due gli estremi: dai più danarosi che si possono permettere immobili dal valore di 400 mila euro in su, (6,3%), ai più limitati,(12,6%), che cercano di non superare i 100 mila euro.

Le difficoltà economiche rendono però frequente anche l’opzione del monolocale (21%) o dell’appartamento in condivisione (18,7%).

Marco Poggi

Consumi fermi ma prezzi su: ad agosto inflazione +2,8%

C’era da aspettarselo. Dopo la fiammata dei prezzi dei beni energetici, l’Istat ha comunicato che l’inflazione ad agosto ha raggiunto il 2,8% dal 2,7% di luglio, toccando il valore più alto da ottobre 2008. L’Istat ha sottolineato che i prezzi al consumo sono cresciuti dello 0,3% rispetto a luglio, a causa, guarda caso, del traino dei beni energetici non regolamentati e dai servizi relativi ai trasporti. I prezzi dei beni energetici non regolamentati (carburanti e gasolio per riscaldamento) sono cresciuti dello 0,9% su luglio e del 15,5% su agosto 2010. La benzina ad agosto è aumentata dell’1,1% congiunturale e del 16% rispetto ad agosto 2010. Un impatto significativo sull’andamento dei prezzi è stato dato anche dai servizi relativi ai trasporti con un aumento dei prezzi del 2,5% rispetto a luglio e del 5,7% rispetto ad agosto 2010. Imbarazzante il dato sulla crescita delle tariffe dei traghetti: +61% rispetto ad agosto 2010.

Stabile invece il tasso di disoccupazione che a luglio è rimasto all’8% come a giugno, in calo di 0,3 punti rispetto a luglio 2010. I disoccupati nel mese erano poco più di 2 milioni, mentre la lieve crescita del numero degli occupati (+36mila rispetto a giugno, +8mila rispetto a luglio 2010), secondo l’Istat, si spiega con l’aumento proporzionale della popolazione nella fascia 15-64 anni.

L’Istat sottolinea che gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,2% (-33mila) rispetto al mese precedente, portando il tasso di inattività nella fascia di età considerata al 38%. A luglio l’occupazione ha registrato variazioni positive sia nella componente maschile (+0,1% rispetto a giugno e + 0,2% rispetto a luglio 2010), sia per quella femminile (+0,2% in termini congiunturali, +0,6% su base annua). Il tasso di occupazione maschile risulta stabile sia su giugno sia su luglio 2010 al 67,5%, mentre quello femminile resta stabile al 46,3% rispetto a giugno mentre aumenta di 0,1 punti rispetto a luglio 2010. Il tasso di disoccupazione maschile a luglio era al 7,2% (stabile su giugno) mentre quello femminile era al 9,3% (stabile su giugno, in calo di 0,2 punti su luglio 2010.