In Italia sono circa 8 milioni le partire Iva aperte ufficialmente, ma molte di queste risultano dormienti, ovvero i legittimi titolari alla fine dell’anno fiscale non depositano le relative dichiarazioni. Il nuovo Osservatorio cercherà di fare luce su questo fenomeno che, stando ai primi dati, appare sempre più diffuso.
Un’altra nota negativa emerge dalle prime indagine condotte dal nuovo organo del Dipartimento delle Finanze: nei primi 8 mesi del 2011, vale a dire da gennaio ad agosto, le nuove partite Iva sono state poco più di 389 mila, con una contrazione del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2010. Sulla somma complessiva a incidere sono soprattutto le partite Iva aperte da soggetti con meno di 35 anni di età (più del 50%).
Potrebbe essere la diretta conseguenza del nuovo regime fiscale di vantaggio per l’imprenditoria giovanile, che dispone un’imposizione sostitutiva del 5% del reddito al posto di Irpef, addizionali e Iva, secondo Anna Soru presidente di Acta – Associazione consulenti terziario avanzato: “il nuovo regime fiscale introdotto nella manovra di luglio potrebbe aver inciso, ma non sottovalutiamo l’impatto potenziale della crisi che potrebbe aver limitato gli spazi di manovra per le nuove leve alla ricerca di un lavoro dipendente.”
Non bisogna dimenticare che la maxi operazione di sanatoria per la razionalizzazione delle partire Iva introdotta a settembre, che permetteva ai possessori di partite Iva dormienti, di mettersi in regola con l’erario tramite un versamento di 129 euro, si è rivelata un vero flop. La Soru si dichiara però fiduciosa riguardo alla nuova iniziativa di un Osservatorio Online “porterà alla luce dati finora sconosciuti che impedivano una chiara lettura delle dimensioni quantitative delle partite Iva in Italia”.
Alessia Casiraghi
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