Un’alleanza per la pelletteria di lusso

In occasione di ‘Leatherzone 2011’, il Salone dedicato alla tecnologia e alla ricerca per il comparto della pelletteria di lusso che si svolge alla Fortezza da Basso, a Firenze, è nata ufficialmente l’alleanza tra grandi imprese, piccole aziende, istituzioni e associazioni di categoria per sostenere la pelletteria di lusso, cuore economico del capoluogo toscano.

L’alleanza è una vera svolta nelle strategie industriali a supporto del distretto produttivo toscano, ove si produce il 90% del pellettiero nazionale di alta gamma; un progetto di politica integrata che, per la prima volta, coinvolge tutti i soggetti della filiera.

Chiaro nel suo intervento Andrea Calistri, presidente del Consorzio Centopercento Italiano, organizzatore della fiera: “Questo salone si apre nel segno del dialogo e di un nuovo modello di relazioni industriali, che coinvolge tanto le imprese che fino a ieri potevano avere interessi diversi o addirittura contrastanti, come i grandi marchi globalizzati da un lato e le medie-piccole imprese dall’altro, quanto le istituzioni e tutti i soggetti cointeressati al futuro della pelletteria di lusso nell’area fiorentina. E il messaggio è finalmente incoraggiante: gli spigoli sono messi da parte, la globalizzazione è un dato acquisito, il domani consiste nel saper cogliere le opportunità che essa ci pone di fronte“.

Del resto, la vitalità del settore pellettiero è testimoniata dai numeri: con un +30% nel primo semestre del 2011, il distretto pellettiero fiorentino è in vetta alle graduatorie nazionali della crescita. Paesi-chiave come Cina, India, Brasile, che fino a poco fa erano concorrenti del made in Italy ora, grazie alle nuove classi emergenti, ne stanno diventando i migliori acquirenti.

Il nostro distretto – ha detto Karlheinz Hofer, presidente dell’Alta Scuola di Pelletteria Italiana di Scandicci – racchiude qualcosa come 2.500 imprese e 10.000 occupati. Una risorsa e un know how enormi, alle prese però con le esigenze di un imponente ricambio generazionale, capace da un lato di trasferire il ‘saper fare’ dai più anziani ai più giovani, dall’altro di ridare alle sue professionalità un appeal in grado di fare presa sulle nuove generazioni, dando loro forti motivazioni. I rapporti della McKinsey dimostrano del resto che, dal 1995 ad oggi, il settore della moda è cresciuto a tassi doppi rispetto a quelli del Pil mondiale: dunque i margini di sviluppo ci sono, ora occorre ridargli il prestigio. Qualche piccolo risultato già si vede: nel 2011 sono ‘usciti’ dalla nostra scuola 50 addetti con assunzione a tempo indeterminato e 20 a tempo determinato“.

Infine, secondo il presidente di Confindustria Firenze, Simone Bettini, “Leatherzone è il punto di arrivo di una nuova logica nel concepire le strategie a sostegno del comparto pellettiero, nel momento in cui nuovi consumatori si affacciano sul mercato e nuove generazioni si affacciano alla produzione“.

Redazione

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