E’ iniziata una settimana difficile per gli automobilisti italiani, soprattutto per quelli che viaggiano, dal momento che lo sciopero dei benzinai, tanto temuto quanto annunciato, è stato confermato.
I distributori, dunque, saranno chiusi dalle 19.30 di martedì sera alle 7 di venerdì mattina. Neppure in autostrada sarà possibile fare rifornimento, dal momento che l’adesione sarà pressoché totale dovunque. Cambiano solo gli orari, dal momento che sulle strade a pedaggio sarà possibile fare carburante fino alle 22 di martedì sera e a partire dalle 8 di venerdì mattina.
Una speranza che questo sciopero sia revocato c’è ancora, dal momento che domani pomeriggio, a poche ore dalla chiusura delle pompe di benzina, si riunirà ancora il tavolo al Ministero dello Sviluppo con le associazioni dei gestori di impianti di distribuzione dei carburanti per cercare una intesa in extremis.
Tutto dipende dal destino del bonus fiscale in vigore da diciassette anni e in scadenza a fine anno. Per questo, il Ministero invierà ai gestori una proposta, firmata dal ministro Paolo Romani e dal sottosegretario Stefano Saglia, che individuerà il percorso legislativo per rendere il bonus strutturale.
Le associazioni di categoria, quindi, hanno di che riflettere e domani, a poche ore dall’inizio dello sciopero, daranno una risposta definitiva.
Luca Squeri, presidente della Figisc-Confcommercio, difende il valore del bonus, anche se non è solo questo che preoccupa il settore, poiché ci sarebbe “il rischio di una decurtazione retroattiva dello stesso bonus: come dire, oltre al danno la beffa di una richiesta ai gestori di rimborsare dei soldi, una cosa preoccupante“.
A questo sciopero sono state escluse Liguria e Toscana, dal momento che, dopo l’alluvione dei giorni scorsi, sarebbe impensabile ostacolare gli interventi di soccorso.
Vera Moretti
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