Alto Adige, la regione “amica” delle imprese

di Davide PASSONI

Fare business in Alto Adige può essere un ottimo affare per le imprese e le start-up italiane. La regione offre infatti opportunità uniche per chi vuol far crescere e sviluppare un’attività. Per dimostrare che si tratta di una regione “amica” del business, la Provincia Autonoma di Bolzano ha creato BLS. Che cosa è e come funziona? Lo abbiamo chiesto al suo Direttore, Ulrich Stofner.

Che cosa è e come nasce BLS?
BLS è la società provinciale per l’insediamento di imprese e la promozione territoriale della Provincia Autonoma di Bolzano. Attiva dal 2009, nasce con lo scopo di comunicare e valorizzare le tante opportunità dell’Alto Adige come meta imprenditoriale da parte di piccole/medie aziende e start-up. In quanto realtà di servizio, BLS accompagna attivamente i candidati nella fase di ingresso, ponendosi come intermediario veloce ed efficace tra imprese, uffici dell’amministrazione e istituzioni. Inoltre, si dedica alla ricerca di immobili e superfici disponibili, elabora domande di contributi per l’acquisto di terreni, crea relazione con le aziende già esistenti e promuove il contatto con il business internazionale, sfruttando la geografia della provincia come ponte naturale e porta di accesso tra Italia, Germania e Austria.

Che cosa trovano in BLS le imprese che vogliono investire in Alto Adige?
BLS è l’interlocutore ideale per programmare l’avvio di una nuova attività nella provincia poiché è capace di accompagnare l’insediamento in tutti i suoi passaggi. Ciò si traduce in un servizio di consulenza a 360° relativa ad aspetti legali e fiscali, contributi alle autorizzazioni, assistenza nell’individuazione della sede ideale, supporto nella creazione di una rete di contatti con organizzazioni, strutture di servizio e associazioni economiche, nel business con i Paesi tedeschi.

L’Alto Adige è una regione “amica” del business, secondo lei?
Si, sempre di più. L’Alto Adige è un territorio estremamente interessante, tutte le principali indagini di settore – che considerano diversi indicatori industriali e sociali – confermano periodicamente che l’Alto Adige è a misura d’uomo, dove si vive bene, si lavora bene, si investe bene. Dare avvio ad una propria azienda qua è più facile che altrove poiché gli incentivi economici sono ottimi, la pressione fiscale è più bassa che nelle altre regioni d’Italia, l’accesso alla pubblica amministrazione è facilitato da BLS, la Ricerca & Sviluppo gode di propri fondi molto importanti. Basta citare il recente Bando per l’Innovazione che la Provincia di Bolzano ha messo a disposizione per un ammontare complessivo di 3 milioni e 800mila euro per i migliori progetti nel campo della ricerca industriale e lo sviluppo sperimentale. Inoltre, è la  provincia leader in Italia per la Green Energy, ed è impegnata nell’ampliamento di questo mercato.

Se volesse invitare un’azienda a fare business in Alto Adige, come la convincerebbe?
Per convincere un’azienda ad aprire uffici in Alto Adige basta dirle che qui si vive al “top” ed è il miglior territorio dove insediare un’attività, come dimostrato dalla scorsa classifica di Confartigianato sulla facilità del fare impresa nelle Regioni e Province Italiane, che ha inserito il nostro territorio ai primi posti della graduatoria. Inoltre, l’Alto Adige, riconosciuto come prima “Green Region” d’Italia è luogo ideale dove dare avvio ad un’azienda verde, che sappia cogliere tutte le opportunità offerte dal mercato delle rinnovabili e dell’edilizia sostenibile. Ciò è dimostrato anche dal rapporto Legambiente sui Comuni 100% Rinnovabili che annovera diverse municipalità altoatesine fra le realtà di eccellenza.
Infine segnalo che la provincia sta realizzando un progetto importante, che contribuirà ulteriormente ad alimentare l’economia locale e l’attrazione di nuovi talenti. Si tratta della costruzione del nuovo parco tecnologico di Bolzano che sorgerà, in zona produttiva, all’interno di una nuova area di 12 ettari ed amplierà le opportunità per le imprese innovative che operano nel settore della Green Energy.
Il polo ospiterà start-up e nuovi insediamenti di realtà consolidate che potranno approfittare del know-how dell’intero comparto. Il nuovo parco tecnologico darà sviluppo alla ricerca scientifica ed al trasferimento tecnologico. I lavori inizieranno nel 2012 per terminare all’inizio del 2015 e saranno suddivisi in due lotti. Il primo riguarderà la parte pubblica che in circa 2,6 ettari ospiterà il Tis Innovation Park, gestore del Parco, il Fraunhofer Institut, l’Istituto per l’energia rinnovabile dell’Eurac, l’università di Bolzano e altri centri ricerca. Il secondo lotto di 9,4 ettari, realizzato in moduli, sarà invece destinato alle aziende e potrà ospitare anche insediamenti di nuove imprese. Non promettiamo sogni per tutti, ma siamo pronti ad accompagnare e sostenere, anche con soldi pubblici, progetti seri, concreti e lungimiranti.

Qual è il profilo tipo dell’azienda che si rivolge a BLS?
Sicuramente è la filiera delle energie rinnovabili a essere maggiormente attratta dalla nostra provincia, dove la cultura del green è radicata sul territorio. Attualmente, ben più di 460 aziende altoatesine operano in diversi comparti del settore dell’economia e della ricerca delle energie alternative. Le imprese che si insediano a Bolzano per la prima volta trovano una solida rete di partner competenti. Ci orientiamo quindi in primis verso aziende medio/piccole, in particolare che operano nella filiera verde, che abbiano un’idea imprenditoriale e la vogliano realizzare ma siamo aperti ad ogni stimolo, dalla tecnologia, all’innovazione, alla ricerca. La conformazione geografica dell’area non permette l’insediamento di estesi stabilimenti industriali perciò il profilo ideale è rappresentano dal laboratorio, l’ufficio commerciale, la sede di rappresentanza. Molto attivo è anche il flusso di business dalla Germania verso l’Italia. Sono molte infatti le aziende di lingua tedesca che approcciano il mercato italiano attraverso l’Alto Adige, ponte ideale fra le due nazioni.

Quanto e in che cosa vi aiuta il fatto di poter operare in una regione a statuto speciale?
La solidità del quadro normativo e del contesto politico sono un elemento certamente differenziante. In quanto Provincia a statuto speciale, l’Alto Adige dispone di ampie competenze in tutti i settori principali, dall’istruzione alla sanità, dalla cultura alle infrastrutture. Da qui derivano alcuni vantaggi: maggiori poteri che le permettono di definire e mettere in atto una politica economica locale completamente autonoma, maggiore autonomia finanziaria, amministrazione diretta della maggior parte del gettito fiscale.  E le aziende apprezzano molto un interlocutore chiaro ed in grado di dimostrare continuità ed efficacia.

Che cosa manca oggi, secondo lei, all’Italia per stare al passo dell’Europa che conta?
L’Italia negli ultimi anni è stata travolta come altri Paesi europei da una profonda crisi che ha generato instabilità e debolezza. I limiti della finanza sono al centro del dibattito mondiale. Il nostro paese a fronte di tale grigio scenario non ha saputo appieno far leva sui propri elementi di forza come il made in italy, la creatività, l’artigianalità, caratteristiche che ci rendono unici al mondo. Questi valori, che sono il perno dell’identità italiana potrebbero essere rilanciati. L’Italia per stare al passo con l’Europa dovrebbe rimettersi in movimento, promuovere la propria crescita economica, mettere in grado le nuove generazioni di guardare al mondo del lavoro con positività e ambizione. L’Alto Adige, nel suo piccolo cerca di essere un motore propulsivo ed ha già intrapreso questo percorso, perché è solo attraverso l’emersione dei talenti e la promozione dell’imprenditorialità che si può generare progresso, anche economico.

Quanto una realtà come la vostra subisce l’attuale incertezza economica? Se la subisce…
L’economia altoatesina nel 2011 è cresciuta a un livello medio dell’1,0-1,5% sopra la media nazionale (ca. 0,7%). I segnali più postivi arrivano dal fronte dell’occupazione, dalla crescita nel numero di imprese, dalle esportazioni e dal turismo. Negativi invece gli sviluppi per l’edilizia (in calo) e il tasso d’inflazione (in aumento). Il contesto internazionale, in particolare la crisi europea dell’indebitamento, ha avuto influssi  anche sull’Alto Adige, in particolare per quanto riguarda l’aumento dei costi, la crescente difficoltà nell’ottenere finanziamenti e la contrazione della domanda (specialmente quella nazionale). Tutto sommato però il clima di fiducia da parte dei consumatori e delle imprese, seppur leggermente in calo, rimane positivo e sopra altre realtà. L’indebolimento della dinamica congiunturale rallenterà la crescita dell’economia altoatesina, che secondo le stime dell’’IRE (Istituto di ricerca economica) per il 2012 si attesterà tra lo 0,5 e l’1,0%, mentre per il mercato nazionale secondo le previsioni è da attendersi una stagnazione con segno negativo (-0,2%).