Gennaio 2011: ecco tutte le scadenze da ricordare

Cari Lettori, di seguito vi proponiamo un breve scadenziario relativo al mese di gennaio 2011. Ecco quali sono le scadenze fiscali che i piccoli imprenditori ed i liberi professionisti dovranno annotare sul proprio calendario.

15 gennaio 2011 | DICHIARAZIONI – Modello 730 | Comunicazione da parte del sostituto d’imposta ai propri sostituiti dell’intenzione di prestare assistenza fiscale.

17 gennaio 2011 | IVA – Liquidazione mensile | Versamento dell’Iva dovuta per il mese precedente al netto dell’acconto versato.

17 gennaio 2011 | IVA – Dichiarazioni d’intento | Ultimo giorno utile per presentare la comunicazione dei dati contenuti nelle dichiarazioni d’intento ricevute nel mese precedente.

17 gennaio 2011 | IRPEF – Ritenute alla fonte su reddito lavoro dipendente | Entro tale termine devono essere versate le ritenute relative a redditi di lavoro dipendente e assimilati del mese precedente.

17 gennaio 2011 | INPS – Contributi mensili | I datori di lavoro versano all’Inps i contributi previdenziali a favore dei lavoratori dipendenti, con riguardo alle retribuzioni maturate nel mese precedente.

17 gennaio 2011 | IRPEF – Ritenute redditi di lavoro autonomo | Versamento delle ritenute operate nel mese precedente per redditi di lavoro autonomo.

17 gennaio 2011 | LAVORO – Libro Unico | Scade oggi il termine per effettuare le registrazioni relative al mese precedente.

25 gennaio 2011 | IVA – Elenchi Intrastat Mensili e Trimestrali | Entro tale data, gli operatori sono tenuti a presentare gli Elenchi riepilogativi di beni ed anche delle prestazioni di servizi effettuate in ambito comunitario nel mese  o nel trimestre precedente.

31 gennaio 2011 | SISTRI – Pagamento contributo | Pagamento del contributo sistri, riferito alla gestione rifiuti, che ha sostituito il MUD.

 

Dott.ssa Ippolita PELLEGRINI | i.pellegrini[at]infoiva.it | (+39) 346.5278117 | Bisceglie
Laureata in Economia e Commercio presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari nel 1995, la Dott.ssa Pellegrini è esperta in gestione aziendale e da 12 anni è Responsabile Contabilità e Bilancio di un gruppo di società di capitali, titolari di numerosi marchi, dedite alla produzione e alla commercializzazione di abbigliamento in Italia e all’estero. Iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti di Trani dal 2006, segue l’approfondimento della materia fiscale e tributaria e studia la fattibilità e la convenienza di operazioni aziendali particolari.

Leggi gli articoli già pubblicati dal Professionista.

Cibi Made in Italy per le Feste e gli italiani risparmiano

Feste all’insegna della tradizione quelle che stanno caratterizzando questo periodo a cavallo fra 2010- 2011.

Da Natale a Capodanno, e in anticipo su quanto verrà proposto nel menù delle famiglie italiane per la prossima Festa della Befana, il Made in Italy e i suoi prodotti enogastronomoci più tipici sono quelli più gettonati per pranzi e cenoni.

A stabilirlo, la ricerca della Cia-Confederazione italiana agricoltori, che ha compiuto un’indagine sulla base dell’andamento della compravendita nei vari passaggi della filiera agroalimentare e dei dati relativi al commercio estero. In accordo con i dati emersi, infatti, la crisi ha scoraggiato le spese folli per manicaretti troppo complicati; sulle tavole italiane sono diminuiti salmone, ostriche, caviale e frutta esotica; lo spumante nostrano ha trionfato sullo champagne e gli italiani si sono dimostrati più attenti al bilancio familiare.

Come a dire: meno soldi, più made in italy e circa 5 miliardi di euro spesi per celebrare le festività del Natale (lo 0,5 per cento in più rispetto ai dati del 2009). Pochi sono coloro che hanno degustato, nei giorni delle Feste, i cibi di ‘fascia alta’; in molti invece hanno scelto il prodotto tipico legato al territorio e maggiore è stata l’attenzione rivolta ai tantissimi mercatini allestiti dagli agricoltori nei giorni delle feste, al punto che è stata segnata una crescita delle vendite del 5 per cento rispetto allo scorso anno per un risparmio complessivo tra il 10 e il 15 per cento.

Una seconda indagine, questa volta della Coldiretti, ha poi rilevato che gli italiani hanno acquistato per Natale e fine anno prodotti alimentari tipici per un valore di più di 2 miliardi di euro e che il regalo enogastronomico è stato tra gli adulti quello più gradito e soprattutto meno riciclato.

Insomma, sembra proprio che in Italia si sia affermato uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola e siamo tornati alla preparazione ‘fai da te’, quella fatta di ricette personali per serate speciali o omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio. Quello italiano, che orgogliosamente possiamo definire il migliore e più ricco al mondo.

Paola Perfetti

Il Temporary Housing, una valida alternativa al soggiorno in hotel. Anche nel prezzo

Spostamenti, trasferte per lavoro e relocation costringono sempre più persone a cercare di risolvere il problema “alloggio” in tempi rapidi e a spese contenute. La scelta dell’albergo comporta sempre qualche sacrificio, a causa degli spazi ristretti, della posizione magari non comodissima per raggiungere la sede di lavoro, o per la sensazione di alienazione, soprattutto se il soggiorno ha una durata di diverse settimane. Per ovviare a questi disagi si può ricorrere a un’altra opzione: quella del Temporary Housing, particolarmente conveniente per soggiorni di media e lunga durata in quanto, rispetto all’hotel, fornisce una serie di vantaggi che incidono sulla qualità della vita di chi viaggia per lavoro.

In primo luogo l’atmosfera familiare. Senza dubbio, alloggiare in un appartamento permette di sentirsi a casa, di godere di un ambiente confortevole che permette maggiore libertà e privacy rispetto all’albergo. Un fattore rilevante, questo, se si pensa allo stress a cui sono sottoposti manager, consulenti o dipendenti, costretti a spostarsi frequentemente da una città, stato, o addirittura continente, all’altro. In un appartamento è possibile ricevere ospiti, cucinare, rilassarsi su un divano davanti alla TV o ascoltare musica senza che i vicini di camera si lamentino del rumore. Praticità e funzionalità dunque, ma anche un ampio ventaglio di scelte. Optare per il temporary housing significa infatti poter scegliere quale stile fa per noi: moderno e tecnologico, retrò, lussuoso, minimalista… Una bella differenza, questa, rispetto a ciò che possono offrire camere d’albergo, per quanto elegantemente arredate, ma inesorabilmente uguali l’una all’altra.

Non va sottovalutata, poi, la possibilità di decidere anche in quale zona della nuova città di destinazione risiedere: il centro storico, un quartiere vivace, con negozi e locali o uno residenziale, più tranquillo, o ancora, una zona che permetta di raggiungere facilmente l’ufficio, la stazione ferroviaria o l’aeroporto. A seconda delle singole esigenze, è possibile scegliere gli ingredienti giusti per rendere il proprio trasferimento una situazione che combini comodità, praticità e gusto personale. Anche senza sottovalutare il contenimento dei costi. Infatti, il temporary housing consente un netto risparmio rispetto all’alloggio in albergo. A titolo di esempio, la società Halldis, specializzata nella gestione di appartamenti per affitti brevi, può offrire l’affitto di bilocali in centro a Milano a 1300/2000 euro al mese. Un costo decisamente inferiore rispetto ai 2000/3000 euro che si spenderebbero optando per una sistemazione in un albergo sito nella stessa zona.

Per le società come Halldis, inoltre, i costi non sono a persona ma ad appartamento. Questo significa che, qualora si decida di condividere l’appartamento con un collega, i costi si dimezzano. Per di più, si può beneficiare degli stessi servizi offerti dall’albergo, come il cambio biancheria, le pulizie, la manutenzione o la tintoria a domicilio. Non si è mai abbandonati a se stessi, insomma, e c’è sempre un referente qualificato e veloce, pronto a intervenire per risolvere qualsiasi difficoltà tecnica, dalla sostituzione della lampadina al supporto per l’utilizzo degli elettrodomestici.

Se poi la durata della trasferta di lavoro viene definita in itinere – consulenti e manager sanno quanto difficile sia stabilire a priori il tempo necessario per portare a termine un progetto –, il temporary housing rappresenta una soluzione che si adatta facilmente alle diverse esigenze. Grazie ai contratti flessibili si può prolungare il proprio soggiorno qualora ne subentri la necessità, oppure disdire il contratto in tempi brevi. La cauzione da pagare all’inizio del soggiorno, inoltre, è minima.

Una società come Halldis, che gestisce appartamenti in differenti città, in Italia e in Europa, dà la possibilità alle aziende clienti di contare su un unico interlocutore, anche quando cambiano esigenze e richieste: magari non più un mese ma tre, non più Milano ma Parigi, non più un bilocale ma un quadrilocale, ecc. La garanzia di avere sempre a disposizione un ventaglio di opportunità che rispondono ai bisogni più disparati, costituisce per le aziende un forte vantaggio pratico, oltre che economico.

Lo Speciale “Temporary office e housing” è realizzato in collaborazione con Halldis, primo operatore nell’affitto di appartamenti e uffici chiavi in mano in Italia ed Europa, che a Milano gestisce il business center Blend Tower, con più di 100 temporary office.

Diritto di famiglia: un interessante corso di perfezionamento e approfondimento a Roma

Il Centro Nazionale Studi e Ricerche sul diritto della Famiglia e dei Minori presenta un interessante corso di perfezionamento e approfondimento sul tema “Il diritto di famiglia: evoluzione normativa e giurisprudenziale“. Il corso si terrà a Roma, nella Sala Conferenze del Vicariato, Via Aurelia 208, e sarà strutturato in due moduli: primo modulo, venerdì 18 febbraio 2011, dalle 13 alle 20; secondo modulo sabato 19 febbraio 2011, dalle 13 alle 20. Durata totale 14 ore, richiesti 14 crediti formativi.

Le relazioni e gli interventi del primo modulo verteranno su: Il Diritto di Famiglia Europeo – L’assegno di mantenimento e divorzile – L’addebito della separazione – Le obbligazioni alimentari – L’affidamento condiviso – L’assegnazione della casa coniugale – L’attività istruttoria nel processo di famiglia.

Le relazioni e gli interventi del secondo modulo verteranno su: I reati contro la Famiglia – Tecniche di mediazione e conciliazione nei procedimenti di famiglia – Il processo minorile – Il disconoscimento di paternità – La famiglia di fatto – Il regime patrimoniale della famiglia – Il risarcimento del danno nel diritto di famiglia.
 
Per informazioni sui Relatori e per le prenotazioni, inviare una e-mail a diritto_famiglia@email.it o contattare la Segreteria Organizzativa al numero 06-320289206.

A Napoli “Padri, Figli e Patrimoni: family business e passaggio generazionale”

Fa tappa a Napoli l’evento “Padri, Figli e Patrimoni: family business e passaggio generazionale”, organizzato da Atema in collaborazione con Family Office del Gruppo Montepaschi e AIdAF Associazione Italiana delle Aziende Familiari. Dopo gli eventi del 3 dicembre 2010 a Firenze e del 15 dicembre a Milano, l’appuntamento è ora per il 19 gennaio 2011, dalle 10 alle 14, presso l’Unione Industriali Napoli, Piazza dei Martiri 58 (SCARICA IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA).

L’incontro cercherà di far capire quanto conta, in un tessuto produttivo come quello italiano caratterizzato dalla preponderanza di piccole e medie imprese spesso a conduzione familare, una corretta gestione del passaggio generazionale all’interno di un’azienda, per evitare errori, traumi, sbandamenti, spesso pericolosi per il business se non addirittura per la sopravvivenza dell’attività stessa.

È sentire comune che competenze, conoscenze e aspetti manageriali di eccellenza per la gestione dei cambiamenti strategici e di governo delle imprese familiari, debbano affiancarsi in coerenza ai migliori servizi di gestione dei patrimoni familiari (tangibili e intangibili) garanti di una continuità dello spirito imprenditoriale, sociale e della sostenibilità delle imprese familiari italiane.

La “family continuity” è un obiettivo dell’impresa di famiglia ma è anche fattore necessario allo sviluppo del sistema produttivo italiano. Poter contare su stabili relazioni, sulla possibilità di trasmettere il patrimonio di generazione in generazione, e sulla possibilità di generare ma anche trasmettere ricchezza e valori sul territorio sono fondamenti imprescindibili per la crescita competitiva del Paese: ciò si fonda anche sul valore della tutela dei patrimoni individuali e familiari, e sulla possibilità di creare presupposti operativi ed efficaci ad ogni momento del passaggio inter-generazionale per il mantenimento degli stessi e dell’azienda nel medio-lungo termine.

L’incontro si propone di fare il punto sui servizi di eccellenza, le forme innovative e personalizzate alle esigenze degli imprenditori per la gestione integrata dei patrimoni familiari, in particolare nelle critiche fasi dei passaggi generazionali.

Temporary Manager qualificati: intervista a Franco Cavalli, vicepresidente di Atema

di Davide PASSONI

Il 2010 è stato, per Atema, un anno di svolta. L’Associazione per il Temporary Management ha infatti dato un forte segnale al mercato con la qualificazione di alcuni suoi associati, di cui Infoiva ha dato conto negli scorsi mesi. Per capire meglio lo spirito e le finalità di questa qualificazione, abbiamo incontrato il vicepresidente di Atema, Franco Cavalli, che ha fatto il punto sui risultati della prima tornata e anticipato alcuni dei passi che l’associazione potrebbe intraprendere, con l’obiettivo di dare una sempre maggiore autorevolezza ai propri temporary manager.

Come è nata l’idea di qualificare i temporary manager di Atema?
Ci siamo resi conto che, volendo essere un associazione che rappresenta questo tipo di attività sul territorio nazionale, dovevamo avere capacità diaggregare i manager ma anche di parlare al mercato dicendo che esistiamo, ci siamo e siamo in grado di dare al mercato una indicazione di competenza e capacità nel campo dell’attività manageriale. Ci siamo posti il problema di dire: elaboriamo una qualificazione nostra o ci affidiamo a terzi per non essere autoreferenziali? E poi: su quali elementi elaboriamo questa qualificazione?

Risposta?
Vede, la maggior parte dei nostri soci è stata responsabile di funzione o executive nella propria carriera professionale; a un certo punto, queste persone si sono trovate nella condizione di dire “mi invento un mestiere diverso”. Quindi ci siamo chiesti: che cosa vogliamo trasmettere al mercato come profilo del temporary manager o del transition manger? Così abbiamo messo intorno a un tavolo persone che hanno una lunga esperienza di questo tipo di attività, che negli anni hanno venduto servizi alle aziende in questo campo e che provengono da diverse realtà; ciascuno di loro ha dato una visione di quello che cerca nel temporary manager per poterlo abbinare alle attività o alle richieste che riceve dal mercato e abbiamo stilato una graduatoria di queste competenze.

Che cosa è emerso?
Abbiamo basato tutto su un discorso di soft skills, evitando di entrare nella valutazione delle competenze specifiche del CV della persona: non siamo in grado di valutarle, è troppo complesso. Quello che per noi era importante capire era invece che non tutti i manager hanno le caratteristiche per poter operare in condizioni di temporary, perché il mercato ci ha indicato chiaramente che per fare questo esistono delle competenze specifiche; noi ne abbiamo individuate 17, le abbiamo riunite e poi ci siamo posti il problema di come misurarle con una metodologia standard e valida da un punto di vista valutativo ma anche autorevole agli occhi del mercato. Abbiamo lavorato così con l’università di Milano Bicocca e uno dei componenti del team che è Giorgio Del Mare, presidente e AD di Methodos, una grossa società di consulenza, ci ha consigliato di appoggiarci all’esperienza di Giuliano Sangiorgi, professore di psicologia del lavoro all’università di Cagliari. Sangiorgi ha così elaborato uno strumento riconosciuto e valido per misurare questi soft skills. Diamo dunque per scontate le competenze hard e ci concentriamo su quelle soft, perché non è detto che il bravo manager della grande industria sia in grado di lavorare nelle condizioni in cui si trova di solito un temporary manager.

Risultato?
A fronte di tutto questo è arrivato il primo gruppo di 10 persone certificate e poi il secondo di 12. Interessante è notare che il test cui noi sottoponiamo i manager valuta, oltre alle 17 competenze distintive, molti altri skills, poiché è uno strumento di tipo standard i cui risultati vanno molto più in là di quanto noi valutiamo: potrebbe esserci infatti la necessità di rivalutare più avanti le 17 competenze e capire se devono essere cambiate oppure no. Questa qualificazione, poi, è a tempo: vale tre anni, nell’arco del triennio la persona deve adempiere a determinati doveri per mantenere la qualifica e alla fine del triennio saranno riviste alcune valutazioni iniziali.

Quindi queste competenze si evolvono,non rimangono uguali a se stesse?
Lavorando sui soft skills diventa difficile abbinare la qualificazione a un piano di formazione per acquisirli, ma è anche vero che questi skills possono maturare nel tempo a seconda dell’uso che ciascuno ne fa, o essere stimolati e visti in funzione di determinate situazioni in cui un manager si trova a operare. Di fatto l’utilizzo ne migliora il grado di possesso, per cui come ulteriore step pensiamo: se dovessimo incontrare chi non ha questi skills, come possiamo fare per far sì che li apprenda?

Appunto, come?
Stiamo valutando che cosa organizzare in tal senso, che però non può essere un classico corso di formazione in aula. Ci stiamo ancora pensando perché è una cosa piuttosto complessa, per cui abbiamo voluto analizzare i risultati delle prime qualificazioni prima di decidere.

Che percentuale di associati Atema è per ora qualificata?
Nelle prime due tornate abbiamo coinvolto il 12% dei nostri soci, un buon primo campione da analizzare a 360 gradi: un lavoro che farà il prof. Sangiorgi che, sulla base dei risultati, ci indicherà la direzione migliore da prendere.

Come ha reagito il mercato alla vostra iniziativa?
La risposta che abbiamo è quella degli operatori che lavorano con noi e che trovano la cosa molto interessante, perché permette loro di avere uno screening dell’individuo piuttosto completo e attendibile. Sulla validità dell’iniziativa mi confrontavo recentemente con Manager Italia, che ha un sistema di valutazione molto complesso chiamato Youmanager, il quale comporta costi di gestione elevati per l’associazione e di sostegno per l’individuo valutato, per cui l’associazione guarda con interesse al nostro: si può fare qualcosa di molto valido e autorevole a costi contenuti. Non abbiamo la pretesa che il nostro strumento dica al mercato che chi ha questa qualificazione sa fare tutto, vogliamo invece dire che questo strumento fa sì che il mercato sappia che il manager ha gli “attrezzi” necessari per poter affrontare certi incarichi.

Coinvolgerete tutti i vostri associati?
Sì, ci piacerebbe avere tutti gli associati qualificati. Vero è che abbiamo associati che non operano più sul mercato per limiti di età ma sono rimasti fedeli all’associazione come spirito e come obiettivi, per cui potrebbero non essere interessati, però l’idea è che i soci la acquisiscano, visto che è su base volontaria. L’altro step a cui stiamo pensando, oltre alla formazione di cui parlavo prima, è di dare maggiore visibilità allo strumento dal punto di vista della conoscenza all’esterno, spingendolo in direzioni molto “marketing oriented”. Non possiamo pensare che sia conosciuto solo da noi e da quei 5 o 6 operatori che lavorano con noi. Abbiamo attivato lo strumento, i nostri soci devono vederlo come un mezzo che consente loro di avere maggiore visibilità sul mercato, ma se non diciamo al mercato che questa cosa esiste i soci non possono spendersi adeguatamente: è un circolo virtuoso che va innescato e che dobbiamo innescare noi di Atema, non possiamo demandarlo a terzi.

Il netbook Acer Aspire One D255: doppio sistema operativo, fatica dimezzata

Quante volte ci capita di essere così sovraccaricati dalla fatica lavorativa che accumuliamo stress e “crashiamo” insieme al sistema operativo che stiamo usando?

Passare ad un altro pc? Interrompere tutto il lavoro fatto? Adesso c’è una soluzione molto utile: è arrivato Acer Aspire One D255, il nuovo netbook dal doppio sistema operativo.

Si tratta di un modello che all’interno contiene sia Android che Windows 7 starter. Ma non solo: l’altra sua peculiarità è la batteria, che può durare fino a 8 ore.

E poi? Un display è da 10.1″, un processore che è un Atom Dual Core N550 1.5Ghz, la scheda grafica integrata, la Ram 1×1 Gb Ddr3. In quanto alla memoria, si affida a un hard disk da 250 GB, e non mancano la connessione wifi, Bluetooth 3.0, un lettore multi-in-1 card reader, la webcam 1.3 Mp. Microsoft Office 2010 è precaricato, ma da attivare.

Prezzo 349 euro.

Per saperne di più visita il sito

Dal 2 gennaio i Saldi Invernali: tutti i dati e le date da Confcommercio

Terminato il tempo delle feste con i regali di Natale e tutto il cucuzzaro, il prossimo appuntamento per acquirenti avveduti e fashionisti instancabili è con i ribassi della stagione invernale dei saldi ed in molti, terminato lo spacchettamento dei cadeaux sotto l’abero, si stanno chiedendo: “quando cominciano i saldi invernali“?!

La risposta arriva, come di consueto, da Confcommercio che promette ribassi e supersconti a partire dal 2 gennaio 2011. Ma non dappertutto!

E’ dal Sud Italia che è partita la corsa ai saldi. Centro e Nord dovranno invece aspettare l’arrivo della Befana, quindi il prossimo 6 gennaio 2011.

Il calendario dei saldi lanciato da Confcommercio l’ ha annunciato: se infatti dal 2 gennaio i consumatori di Napoli, Palermo, Potenza, Catanzaro possono già acquistare in saldo, quelli di Roma, Milano, Venezia, Firenze, Torino e Genova dovranno attendere il 6 gennaio mentre ad Aosta, che come da tradizione inizierà per ultima, si dovrà attendere il 10 gennaio.

Le date, come è noto, sono diverse da regione a regione, e ogni anno non mancano puntuali le polemiche sull’inizio dei saldi (possiamo trovarle correttamente elencate e pubblicate su questo interessante sito che ne ha dato notizia per primo). Ma perché ogni città fa per sè? E’ davvero così redditizia come scelta quella dei “saldi scaglionati nei giorni e nelle settimane”!?

Secondo un sondaggio Confcommercio-Format, infatti, già oltre l’80% di commercianti e consumatori sono favorevoli ad una data unica di avvio dei saldi, sia per quelli estivi che invernali (primo sabato di luglio e 6 gennaio), condividendo la proposta lanciata lo scorso ottobre da Federmoda e Federdistribuzione che avevano scritto ai presidenti delle Regioni per chiedere, appunto, di uniformare a livello nazionale la data di avvio dei saldi.

Quanto alle previsioni, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia quest’anno spenderà poco più di 400 euro per abbigliamento ed accessori, per un totale di spesa di 6,2 miliardi di euro che va ad incidere per il 18% sul fatturato del settore.

Anche quest’anno – ha dichiarato Renato Borghi, presidente di Federmoda-Confcommercio – la coda della crisi si è resa evidente per il settore della moda con un andamento della stagione autunno-inverno certamente non brillante. Di conseguenza, gli stock di invenduto dei negozi sono alti e l’offerta per i “saldisti” molto ampia, sia per varietà che per qualità dei prodotti. Prevediamo sconti medi elevati oltre il 40%. Quest’anno, quindi, l’offerta ampia e gli sconti interessanti ci fanno ben sperare per una positiva stagione dei saldi che potrebbe anche rappresentare il tanto atteso segnale di inversione di tendenza”.

SALDI INVERNO STIMA 2011. Fonte: elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio

  • VALORE SALDI INVERNALI (miliardi di euro) –  6,2
  • PESO % SALDI INV SU TOT. SPESA ABBIGLIAMENTO E CALZATURE  – 18,0
  • FAMIGLIE E CONVIV. ITALIANE (milioni) – 25.1
  • NUMERO FAMIGLIE CHE ACQUISTATO NEI SALDI (milioni) – 15,0
  • ACQUISTO MEDIO IN SALDI INVERNALI PER FAMIGLIA (euro) – 415
  • NUMERO MEDIO COMPONENTI FAMIGLIA – 2,4
  • ACQUISTO MEDIO IN SALDI INVERNALI PER PERSONA (euro) – 173

Paola Perfetti