Al turismo servono regole elastiche

di Vera MORETTI

L’Italia continua a piacere ai turisti, nostrani e non, e anche il 2011, nonostante le previsioni pessimistiche, dovute anche alle condizioni climatiche spesso avverse, si è concluso in positivo.

Con un incoraggiante +2,3%, quindi, si riparte con l’anno nuovo, sperando di migliorare ulteriormente e vedere aumentare ancora il numero di turisti stranieri, l’anno scorso in forte ripresa.
Infatti, il 2,3% rappresenta una media tra il timido +0,3 degli italiani e l’ottimo +5,3 degli stranieri, che hanno contribuito a fare dell’azienda turistica italiana un settore fortemente competitivo.

L’andamento positivo è stato certamente determinato, oltre che dalle attrattive del Belpaese, anche dai prezzi, dal momento che sono stati “ritoccati” solo dell’1,8% rispetto all’anno precedente.

E non solo i turisti sono soddisfatti, perché anche i lavoratori possono sorridere, a fronte di una variazione negativa solo dello 0,3% che, confrontato con altri settori, rappresenta un risultato di tutto rispetto ma che, soprattutto, confrontato con il -4,7% del 2009 e il -2,4% del 2010, fa ben sperare per il 2012 appena cominciato.

Questi dati, inoltre, rappresentano un significato ancora più importante se confrontati con quelli dell’industria: tra il 2000 e il 2010 l’occupazione nel turismo è crescita del +28.9% mentre nell’industria ha registrato un eloquente -7.8%.

Ad impensierire, come ha confermato Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, è “il varo della manovra ‘salva-Italia’, manovra che produrrà, tra IMU ed aumento dell’IVA, un aggravio fiscale quantificabile per il solo 2012 in quasi 600 milioni di euro, ai quali andranno aggiunte le concessioni demaniali e la mina dell’imposta di soggiorno che, a macchia di leopardo e senza una quantificazione omogenea, finirà inevitabilmente, col creare forme di disparità tariffaria e di concorrenza sleale.”

L’appoggio da parte di Federalberghi al Governo Monti e al Ministro del Turismo Piero Gnudi rimane immutato, ma si chiede di applicare “regole elastiche nel mercato del lavoro, soprattutto per le località stagionali“.