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Belli, giovani, disoccupati: li chiamavano Bamboccioni

E’ aumentato nel 2010 il numero dei cosiddetti Neet, i giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano né lavorano. Lo dice uno studio della Fondazione Studi e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del lavoro, che usa dati della Banca d’Italia e del Ministero del Lavoro e fa notare come nei tre anni dal 2005 al 2008 tale numero rappresentasse il 20% della popolazione, mentre nel 2010 è salito a 2,3 milioni, pari a circa il 23,4% della popolazione della stessa fascia di età.

L’aumento maggiore si nota nelle regioni del Nord e del Centro, mentre nel Sud, dove la percentuale di giovani inoccupati era già più pesante, la crescita è stata inferiore.

Il 26% dei Neet sono donne, mentre gli uomini sono il 20% della popolazione totale.

Secondo l’Annuario statistico 2011 dell’Istat, nel 2010 per il terzo anno consecutivo sono aumentate le persone in cerca di occupazione: sono 2.102.000, 158.000 in più rispetto al 2009 (+8,1%). Il tasso di disoccupazione è salito all’8,4% dal 7,8% del 2009, quello di inattività al 37,8%, due decimi di punto in più rispetto a un anno prima. E’ calato invece a 22.872.000 il numero di occupati nel 2010, 153.000 in meno dell’anno precedente. A diminuire sono esclusivamente gli occupati maschi, in particolare lavoratori dipendenti (-167.000 unità).

La quota di lavoratori stranieri sul totale degli occupati ha raggiunto il 9,1% (8,2% nel 2009).

In base alle informazioni raccolte dall’indagine sulle forze di lavoro, la cassa integrazione ha interessato 252 mila occupati, rispetto ai 300 mila di un anno prima. Il tasso di occupazione è sceso dal 57,5% del 2009 al 56,9% del 2010, valore che si mantiene ampiamente al di sotto della media Ue (64,2%). Quello maschile si attesta al 67,7%, mentre il tasso riferito alle donne si posiziona al 46,1%, pur con rilevanti divari regionali: si passa dal 68,5% del Trentino Alto Adige al 39,9% della Campania.

Fonte | Ansa.it 

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