di Vera MORETTI
Alberto Morselli, segretario generale Filctem Cgil, chiamato ad esprimere un parere circa i rincari previsti per l’energia e le misure previste dal decreto “Salva Italia”, ha fatto pollice verso sui provvedimenti che, per risanare la situazione economica italiana, ricorrono alla leva fiscale.
Le sue parole, infatti, sono state molto dure al riguardo: “L’aumento dei costi energetici si va a sommare al differenziale, mediamente sul 30%, tra l’Italia e il resto dell’Europa. E’ un ulteriore aumento che va ad appesantire la bolletta energetica del nostro Paese per le imprese e per le famiglie. Sommando i vari aumenti, come il pedaggio autostradale e altri servizi, si calcola una perdita attorno al 10% del potere d’acquisto per un salario medio di lavoratori dipendenti”.
E ciò che preoccupa ulteriormente Morselli è che le aziende erogatrici dei servizi elettrici non sono più solo quelle municipalizzate. Con l’abbattimento del monopolio, infatti, se da una parte è stato possibile per molti italiani scegliere un’erogazione diversa, dall’altra non è possibile verificare l’esattezza e l’efficienza delle aziende private che hanno sostituito quelle “vecchie”, e ciò potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Le società multi servizi italiane, ribadisce Morselli, sono, soprattutto al Nord, indipendenti e perfettamente autonome per quanto riguarda la gestione industriale, ma ne esistono alcune che necessiterebbero, invece, di un aiuto esterno. Il governo, dunque, viene chiamato ad intervenire in merito, “perché la gestione industriale sia la più efficiente possibile”.
Il segretario generale della Filctem Cgil, poi, affronta il problema delle pensioni,
che interessa in particolar modo i lavoratori precoci, pesantemente penalizzati dalla manovra di fine anno. Insomma, a Morselli il nuovo governo proprio non piace, e lo accusa di essere “non forte con i forti, ma forte con i deboli”.
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