Alemanno scrive a Mario Monti ed Elsa Fornero

di Vera MORETTI

Riccardo Alemanno, in qualità di presidente dell’INT, Istituto Nazionale Tributaristi, ha scritto una lettera indirizzata al Presidente del Consiglio Mario Monti e al Ministro del Lavoro Elsa Fornero, a proposito la riforma del lavoro da loro proposta in questi giorni.

Le polemiche che tale riforma sta suscitando sono sotto gli occhi di tutti e Alemanno, benché favorevole a quanto finora deciso dal Governo, vuole esprimere la sua opinione circa la lotta alle false partite Iva.
Se, infatti, da una parte, il presidente di INT si è dimostrato d’accordo su questa decisione, dall’altra ritiene che non debba essere “applicata con paletti eccessivamente rigidi“, perché “potrebbe creare un danno a talune attività soprattutto in campo professionale“.

Colui che richiede di aprire una partita Iva non è necessariamente, né volutamente, contrario al lavoro subordinato, perché, in certi rapporti lavorativi e professionali, la mono-comittenza è all’ordine del giorno ed indispensabile.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che alla partita Iva si appoggiano i giovani professionisti nelle loro prime esperienze lavorative. In questo modo, collaborando cioè con studi già avviati, possono lavorare senza sobbarcarsi onerosi e vincolanti investimenti, che, soprattutto ad inizio carriera, potrebbero davvero essere insostenibili.
Senza dimenticare che, come spesso è accaduto ultimamente, hanno aperto nuove partite Iva anche professionisti espulsi dal mondo del lavoro a causa della crisi economica e che, senza questa nuova risorsa, non avrebbero un’occupazione.

Al contrario, le false collaborazioni vanno punite, ma “deve essere maggiormente tenuta in considerazione la volontà delle parti e ben evidenziata l’assoluta autonomia nello svolgimento dell’attività collaborativa“.

Anche in questo caso, però, vanno fatte alcune eccezioni, soprattutto nei confronti di quei settori che non prevedono iscrizioni agli albi ma che, tuttavia, svolgono il loro lavoro con professionalità. Si tratta di attività che “come quella svolta dai tributaristi, rivestono un importante ruolo economico e sociale nel Paese“.