La tassa sugli sms per finanziare le emergenze, prevista nella bozza arrivata al preconsiglio dei ministri e saltata letteralmente a furor di tecnico, era infatti parti di un testo il quale prevedeva che, per reintegrare il fondo imprevisti del ministero dell’Economia con cui finanziare gli stati di emergenza in caso di calamità, il governo poteva aumentare l’aliquota delle accise sulla benzina fino a 5 centesimi, oltre a tassare fino ad un massimo di 2 centesimi (mica noccioline) tutti gli sms inviati “mediante telefono cellulare, computer o siti internet”. Telefonino salvo, dunque, ma non il serbatoio dell’auto.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: fino a quando la gente sopporterà di dover pagare di più per salvare l’Italia, mentre vede che i primi che dovrebbero pagare, i responsabili del baratro sul cui orlo continuiamo a ballare, fanno di tutto per conservare prebende, vitalizi, privilegi? Mentre la spesa pubblica non viene tagliata (anzi, ci sono ministri che dicono che va bene così, che la spesa è ferma e va tenuta ferma. Balle!) ma il potere di acquisto degli stipendi sì? Mentre le viene raccontato che l’Italia si sta riprendendo e invece, avanti di questo passo, entro l’anno ci sarà un’altra manovra economica per garantire il pareggio di bilancio nel 2013 che l’Europa ci chiede? Fino a quando? A nostro parere, ancora non per molto…
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