Imu, prima rata il 16 giugno

di Giulia DONDONI

L’Imu verrà pagata in tre rate. È questa una delle principali novità, peraltro già anticipata nei giorni scorsi, della bozza del disegno di legge delega, che, tra le altre cose, non prevedono alcuna modifica delle aliquote Irpef né la soppressione dell’Irap.

Stando ad un emendamento presentato dal relatore al decreto fiscale, che dovrà essere votato entro oggi o, al più tardi, martedì mattina, il presidente della commissione Finanze di Montecitorio Gianfranco Conte, nel 2012 l’Imu verrà pagata in tre rate, “ciascuna pari ad un terzo dell’imposta calcolata applicando l’aliquota base”, pari allo 0,4 per mille. Nel caso in cui l’emendamento venisse approvato, i contribuenti dovranno pagare le prime due rate “entro il 16 giugno e il 16 settembre”.  La terza e ultima rata, invece, andrebbe versata “entro il 16 dicembre, a saldo dell’imposta complessivamente dovuta per l’intero anno con conguaglio sulle precedenti rate”.

Per quanto riguarda le agevolazioni sulla prima casa, queste verranno applicate solo sull’abitazione dove il contribuente “e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente” e “si applicano per un solo immobile”.  Questa decisione è stata presa allo scopo di “evitare elusioni dell’applicazione delle agevolazioni per la prima casa, nel caso in cui i coniugi stabiliscano la residenza in due immobili diversi dello stesso Comune”.

Si legge poi in una nota dell’Ansa che “il gettito conseguente alla riduzione dell’evasione, confluisca in un apposito fondo strutturale, destinato a finanziare sgravi fiscali”.

I redditi derivanti dagli immobili colpiti dal terremoto dell’Aquila non verranno sottoposti a nessuna tassazione: “I redditi dei fabbricati ubicati nelle zone colpite dal sisma del 6 aprile 2009, purchè distrutti od oggetto di ordinanze sindacali di sgombero in quanto inagibili totalmente o parzialmente, non concorrono alla formazione del reddito imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e dell’imposta sul reddito delle società, fino alla definitiva ricostruzione e agibilità dei fabbricati medesimi”. Infatti, “i fabbricati sono esenti dall’applicazione dell’imposta municipale fino alla definitiva ricostruzione o agibilità”.

Resteranno le aliquote Irpef: “La vecchia delega proponeva un’Irpef a tre aliquote (pari a 20, 30 e 40 per cento) senza indicare i limiti degli scaglioni e quindi con effetti redistributivi e di gettito del tutto indeterminati. Si ritiene preferibile non ripresentare questo aspetto della delega, e limitarsi a indicare la volontà di concentrare le risorse che si renderanno disponibili in un apposito Fondo destinato a finanziare i futuri sgravi fiscali”. E l’imposta sulle attività produttive? Nell’emendamento si precisa che “la precedente delega conteneva l’indicazione, nel medio-lungo periodo, della soppressione dell’Irap. Questa indicazione oltre ad apparire contraddittoria con le esigenze di risanamento delle finanze pubbliche e con la politica di rigore finanziario impostata dall’attuale governo, aprirebbe un problema molto serio di reperimento delle entrate alternative (il gettito dell’Irap è dell’ordine dei 35 miliardi di euro) e di finanziamento delle Regioni (cui compete il tributo)”.