E adesso applaudono a scena aperta. Dopo aver sfiorato il ridicolo la scorsa settimana, quando in fase di presentazione della spending review e del commissario per l’acquisto di beni e servizi della pubblica amministrazione, Enrico Bondi, hanno chiesto aiuto ai cittadini per segnalare online gli sprechi e i cespiti da tagliare, i signori del governo snocciolano soddisfatti i dati dell’iniziativa digitale a una settimana dal suo lancio. Oltre 95mila segnalazioni, di cui più di 24mila solo nel weekend. Un messaggio ogni due secondi, dicono loro. Una mole di roba che ha obbligato a costituire un gruppo di lavoro all’interno dell’Ufficio stampa e del Portavoce di Palazzo Chigi per leggere tutti i messaggi e archiviarli in categorie. Dieci funzionari dieci, che hanno esaminato e catalogato il 20% del totale delle segnalazioni. Diciannovemila circa, 1900 a testa diciamo noi.
Bene. Infatti, dice la nota del governo, “la partecipazione degli italiani al progetto di revisione della spesa pubblica è stata particolarmente elevata e dalle numerose mail giunte vi è un sollecito al governo a intervenire in modo tempestivo per cancellare le inefficienze. A scrivere sono in prevalenza cittadini, e tra questi molti giovani, ma anche dipendenti delle pubbliche amministrazioni e liberi professionisti, ricercatori, professori universitari, oltre a imprenditori, associazioni di categoria, enti no-profit, think-tanks. Circa un sesto dei messaggi contiene il medesimo testo e, quindi, ciò lascia pensare a una campagna organizzata“.
Bene. E gli italiani, dove suggeriscono di intervenire in maniera più o meno pesante? Enti locali, auto blu, stipendi pubblici, risparmio energetico, consulenze, pensioni. Ma dai! Rispettiamo ciascuna delle 95mila segnalazioni e ciascuna delle persone che le hanno inviate, ma pensiamo davvero che la banda Monti non sapesse da sé dove, come e che cosa tagliare? Se proprio il premier e l’Esecutivo avessero voluto far sentire protagonista la gente, perché non spendere una parola di vicinanza a quanti sono in difficoltà per le troppe tasse, il poco lavoro, la pochissima speranza? Tutti fattori di cui sono responsabili loro in prima persona. Loro e i governi che li hanno preceduti.
Perché non dire subito quanto e che cosa avrebbero tagliato? Un tecnico come Giarda ci è dentro da anni in queste problematiche, sa che cosa non va e sa come raccontarlo al presidente del Consiglio perché prenda le misure necessarie. E invece no, facciamo i fighi, usiamo internet, muoviamo le cose “dal basso“, ascoltiamo ciò che dicono i nostri cittadini. E se poi scopriamo che sapevamo già tutto, che ci dicono solo cose già sentite? Beh, che c’è di strano, noi siamo i professori, no?
Ma intanto i cittadini e le imprese aspettano i tagli veri, non i proclami. Ma intanto i cittadini affondano i partiti e votano Grillo. “Dal basso“. E Monti pare non accorgersene, o meglio, si accorge che per il governo “non c’è più la sintonia con il Paese che c’era a inizio mandato. Dobbiamo recuperare“. Che sia già finita anche la Seconda Repubblica? Beh, se fosse così la crisi qualche effetto positivo lo avrebbe pure…
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