Si è appena svolto a Mestre il convegno rivolto a dirigenti e quadri del sistema federale, alla quale, davanti al presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, Confcommercio Veneto, nella persona di Massimo Zanon, suo presidente, ha esternato proposte e richieste in linea con lo slogan Il Veneto che vogliamo.
Tema centrale del documento presentato è l’accesso al credito, divenuto urgente dopo i molti casi di imprese capaci messe in difficoltà dal credit crunch, imprese che fanno fatica a reperire risorse per garantire il posto di lavoro ai loro dipendenti e collaboratori.
Gli “allarmi rossi” per Sangalli sono ben cinque: la recessione, la disoccupazione, lo spettro dell’aumento dell’aliquota Iva, la pressione fiscale salita al 55% e la difficoltà di accesso al credito.
E le previsioni per l’anno in corso non sono affatto positive: “Il 2012 vedrà un ulteriore calo dei consumi del 2,17%, un aumento di mezzo punto della disoccupazione e un -5,7% di investimenti“.
E se si verificherà quel rialzo dell’Iva tanto annunciato, e temuto, “saranno 39 i miliardi di euro di consumi bruciati“.
Per questo, l’appello che viene rivolto al governo è una revisione della spesa pubblica che possa scongiurare questo spropositato aumento e ridurre la pressione fiscale.
Massimo Zanon ha dichiarato: “Lo Stato e le banche diano credito a chi ha creduto in questo Stato ed è rimasto e vuole continuare a investire su questo territorio. Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi non delocalizzano: non si chiudono serrande per aprirle in Romania, ma si impegna il proprio patrimonio e si dà pure lavoro agli immigrati“.
Per questo, e in vista del pagamento dell’Imu, è stata inviata una lettera a tutti i sindaci del Veneto in cui si chiede di non applicare l’aliquota massima prevista, che porterebbe a dover sborsare cifre per molti insostenibili.
Continua Zanon: “In un mondo fatto soprattutto di imprese familiari, la pressione fiscale rende disoccupate intere famiglie, impedisce il passaggio generazione e infrange i valori sui quali si fondano la stabilità e la solidarietà tipiche del nostro Paese“.
Vera MORETTI
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