di Davide PASSONI
Gianfranco Polillo l’ha fatto di nuovo. Il sottosegretario all’Economia del governo Monti se n’era uscito qualche settimana fa con la boiata della tassa su cani e gatti (prontamente rimangiata, come fosse un bocconcino di Ciappi); ora ha sparato un’altra affermazione di quelle che fanno il botto: “Aumentare il tempo di lavoro per far ripartire la produttività“, ha detto. Ossia: “Nel brevissimo periodo, per aumentare la produttività del Paese lo choc può avvenire dall’aumento dell’input di lavoro, senza variazioni di costo; lavoriamo mediamente 9 mesi l’anno e credo che ormai questo tempo sia troppo breve“. E quindi: “Se noi rinunciassimo ad una settimana di vacanza avremmo un impatto sul Pil immediato di circa un punto“. Bum! Ricetta semplice.
Vero è che, come tante volte accade, le cose semplici sono talmente semplici che nemmeno le vediamo. Però, forse, questa volta Polillo non ha tenuto conto di qualcosa. Non siamo sottosegretari all’economia, non abbiamo un bagaglio di studi, di esperienze, di capacità che ci possono portare a smentire quanto Polillo dice e pensiamo che quando un sottosegretario parla, specialmente di cifre, non parli per dare aria alle gengive ma perché sa quello che dice. Però…
Però forse Polillo non ha tenuto conto del fatto che gli imprenditori onesti e capaci alle ferie hanno già rinunciato da tempo. Chi garantirebbe loro il fatturato, tra crisi, fornitori che non pagano, imposte e ferie? Come non ha tenuto conto del fatto che i lavoratori dipendenti lavorano, lavorano, lavorano, pagano tasse, si vedono decurtare il potere d’acquisto del loro stipendio… per che cosa? Ah, e tra l’altro… chi diavolo lavora 9 mesi all’anno? Il sottosegretario Polillo, forse. Qualche insegnante non impegnato con la maturità, forse (statale, tra l’altro, non privato). Deputati e senatori, forse (ma non lo crediamo…). D’accordo, Polillo dice “mediamente 9 mesi l’anno“, ma per arrivare a questi dati devi far fare media a un sacco di lazzaroni e assenteisti.
Pensi invece, il sottosegretario, a recuperare punti di Pil abbattendo la spesa pubblica, eliminando quella improduttiva, dismettendo patrimonio pubblico, intervenendo sui costi della politica, dando alle imprese l’ossigeno per ripartire e dare un senso all’economia italiana. Imprenditori e lavoratori sono in grado di pensare loro alle proprie ferie, almeno su questo le lezioni i professori se le risparmino.
Ah, detto per inciso… Quando l’ex premier Silvio Berlusconi se ne uscì con qualcosa di analogo e mise mano anche agli italianissimi “ponti” fu massacrato, mediaticamente e politicamente. Del resto, Polillo è stato consigliere economico del Pdl. Sentire da un membro di questo governo affermazioni del genere non fa che ribadire la discutibile continuità che lo lega agli esecutivi precedenti, dai quali avrebbe dovuto distinguersi con un taglio netto. E buone ferie a tutti.
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