Gli assistenti sociali e la riforma degli ordinamenti professionali

La reazione dell’Ordine degli assistenti sociali nei confronti dell’attuazione della delega sulla riforma degli ordinamenti professionali è stata sia positiva, in quanto ritenuto un intervento necessario, sia negativo, perché non contempla la nomina di un capo dedicato alla professione.

Edda Samory, presidente dell’Ordine degli assistenti sociali, ha infatti dimostrato soddisfazione “per i punti che riguardano il principio dell’accesso alla professione libero e non discriminatorio”, prendendo atto anche della decisione di rendere necessari il tirocinio e l’obbligo di formazione continua, e di separare tra loro gli organi disciplinari e gli organi amministrativi nell’autogoverno degli ordini.

Ma, d’altro canto, “resta grande la delusione per l’assenza di un capo dedicato alla professione dell’assistente sociale, così come vi è un capo dedicato alla professione di avvocato e un capo dedicato alla professione di notaio, che avrebbe consentito di accelerare il processo di riordino delle professioni, e in particolare della nostra, in un crescendo di professionalità e competenza”.

Avere un capo dedicato alla professione sarebbe stato, secondo Samory, la possibilità di modernizzare e liberalizzare le professioni, per superare le criticità esistenti e migliorare la qualità delle prestazioni professionali a favore degli utenti.

Vera MORETTI