Le associazioni delle imprese, poco prima della manovra di assestamento, hanno tentato di sensibilizzare l’ente regionale sulla necessità di sostenere il sistema dei confidi che, nel territorio del Lazio, associa circa 40.000 imprese. CNA, ACAI, Coldiretti, Confartigianato, Confesercenti, Confindustria, Federlazio, Legacoop e Confcommercio hanno siglato una comunicazione congiunta rivolta alla Presidenza della Regione sottolineando come i confidi, grazie alla presenza capillare sul territorio e alla prossimità con le imprese, svolgano una funzione non solo di sostegno economico, ma costituiscano uno strumento di leva per l’occupazione e di ammortizzatore sociale che nessun altro ente di garanzia riesce ad offrire. L’istanza presentata dalle associazioni è stata accolta da diversi consiglieri: IDV, PD, API e UDC hanno presentato un emendamento per destinare, in sede di assestamento del bilancio, 30 milioni ai confidi nel triennio 2012/14.
A nulla è valso lo sforzo compiuto: le imprese non sono state ascoltate. Le risorse stanziate per il triennio, infatti, ammontano a 10 milioni; di questi solo 2 saranno impegnati nel 2012, 4 nei successivi due anni- nonostante il tentativo dei firmatari dell’emendamento di anticipare per l’anno in corso, vista l’emergenza credito, il contributo annuale di 4 milioni. Il sistema dei confidi, e con esso il comparto dell’artigianato e della piccola e media impresa, rischia di soccombere alla crisi senza il sostegno pubblico. E sostenere i confidi significa perseguire il bene pubblico: gli enti di garanzia fidi sono, infatti, enti senza scopo di lucro che operano per lo sviluppo del sistema produttivo locale, dell’occupazione e, in generale, del benessere sociale.