Il Consiglio Nazionale Forense si scaglia contro il Governo e la sua decisione di intervenire e porre alcune condizioni al Parlamento per quanto riguarda la riforma forense.
Il Cnf vede questa azione come una prevaricazione che arriva a ledere la riforma e l’avvocatura in toto, considerando questo intervento inaccettabile.
Questa, dunque, è stata la reazione dell’Avvocatura nei confronti della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dei primi regolamenti del Governo relativi alle professioni.
La notizia che il Governo si sarebbe riservato di approvare la riforma, prendendosi altro tempo, non è piaciuta.
A tale proposito, Guido Alpa, presidente del Cnf, ha dichiarato: “Prendiamo atto di questa decisione, tuttavia le condizioni poste dal Governo appaiono non solo irrispettose dell’autonomia del Parlamento ma mettono anche a rischio alcune scelte normative irrinunciabili della riforma forense a tutela dei principi di autonomia e indipendenza di una professione che ha rilievo costituzionale. Siamo costretti a rilevare l’intollerabile deficit di democrazia, visto che in uno stato democratico non sono ammissibili limitazioni alla libertà dell’ azione del parlamento. Duole sottolineare che il comportamento del Governo, in quanto volto a escogitare espedienti per ritardare il compimento dell’iter della riforma smembrando il testo, è abnorme e fuori da ogni prassi costituzionale”.
E a queste parole è seguita la decisione di impugnare i regolamenti sulle professioni.
Vera MORETTI
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