Imprenditore si uccide, schiacciato dai debiti e dalla disperazione

Voleva morire, e così è stato. Niente e nessuno ha potuto a fermare le intenzioni di Livio Andreato, imprenditore edile residente a Campagna Lupia, in provincia di Venezia.

Si era rifugiato in casa, un tempo di proprietà dei genitori ma poi venduta, per pagare un debito di 300 mila euro che Andreato non era riuscito a saldare, e l’aveva riempita di gas, deciso a saltare in aria con lei.
Ma l’odore persistente ha insospettito i vicini di casa, che hanno subito chiamato i vigili del fuoco, accorsi sul posto insieme ai carabinieri.

Hanno agito con la massima circospezione, intuendo che la situazione era delicata, se non disperata ma, una volta entrati nell’appartamento, non hanno trovato nessuno.
Nel frattempo, Andreato era sparito, e con sé aveva portato un fucile da caccia.
Non voleva che qualcuno lo trovasse e che rovinasse i suoi piani, ormai ben definiti, ai quali non intendeva rinunciare.

L’uomo, che non vedeva alcuna via d’uscita e nessun motivo per continuare a vivere, si è chiuso nella sua Fiat Punto e si è sparato, portando a termine così il suo triste disegno.
La sua situazione lavorativa era arrivata al capolinea e lui con lei: impossibile vedere uno spiraglio in fondo ad un tunnel che era sempre più buio e stretto.

I primi ad apprendere la notizia sono stati i genitori, che abitavano vicino a lui ma con i quali da qualche anno, da quando le cose avevano cominciato ad andare male, i rapporti si erano raffreddati.
Ed ora, rimane solo il rammarico di non aver fatto un passo avanti per cercare una soluzione insieme.

Vera MORETTI