Inu, perplessità sulla legge sugli stadi

Non bastassero le grane della Serie A, con partite rimandate, spettatori, in calo et similia, anche sulle strutture degli stadi vengono sollevate perplessità dai vari ordini professionali. L’Istituto nazionale di urbanistica (Inu), per esempio, che ribadisce la sua preoccupazione per l’eventuale approvazione della cosiddetta legge sugli stadi, in discussione in Commissione Istruzione in Senato, tanto sul fronte del metodo di discussione quanto sui contenuti del provvedimento.

Secondo l’Inu è sbagliata la scelta di assegnare il provvedimento al voto esclusivo della commissione, come già accaduto alla Camera, senza il passaggio in Aula. In una nota, l’Istituto nazionale di urbanistica sostiene che “una materia così delicata come quella che concerne il quadro legislativo di riferimento per la realizzazione di strutture centrali per l’economia e il paesaggio delle nostre città, quali appunto gli stadi, merita di essere discussa dall’intera Aula“.

Poi ci sono i contenuti della legge a preoccupare l’Istituto. Sempre nella nota, l’Inu sottolinea che il provvedimento, così come è stato approvato dalla Camera, appare in più passaggi “eccessivamente disinvolto nel venire incontro alle esigenze delle società sportive e dei costruttori, tanto da segnare, se approvato in via definitiva, un netto passo indietro sui versanti della cultura della pianificazione, della tutela del paesaggio e del contenimento del consumo di suolo“.

Infatti, la legge sugli stadi consente la costruzione intorno agli impianti di zone residenziali e di servizi terziari, velocizzando al massimo le necessarie varianti, “il tutto dietro il paravento di strutture sportive dotate anche di poche migliaia di posti a sedere. Inoltre non incentiva la demolizione e la ricostruzione degli stadi già esistenti e prevede appena dieci anni di vincolo di destinazione d’uso ad attività sportive per le nuove strutture“, conclude l’Inu.

d.S.