C’è un settore della filiera tessile italiana che sembra non risentire dei colpi della crisi. Fantascienza? No, merito della capacità e dell’eccellenza di tanti piccoli imprenditori che fanno letteralmente la storia del filato di pregio italiano.
Parliamo dell’industria della seta di Como, una delle zone a più alta vocazione manifatturiera d’Italia che ha una fortuna e un pregio: la fortuna è quella di lavorare il filato più nobile – la seta, appunto -, il pregio è quello di saperlo fare con una maestria e una capacità senza eguali al mondo. Due aspetti che, in un momento difficile come l’attuale, preservano questo mercato dai colpi avversi dell’economia, come conferma a Infoiva il responsabile della sezione serica, gruppo filiera tessili, di Confindustria Como Guido Tettamanti.
Questa produzione, infatti, si salva dal naufragio perché una sua grossa fetta finisce sul mercato francese del lusso e delle grandi case di moda, ma anche in Spagna, Germania, Cina, Usa, Hong Kong. Tanto che nei primi 6 mesi del 2012 il fatturato è cresciuto di 5 punti. Perché le cose fatte bene piacciono, fruttano e portano ricchezza alla piccola impresa italiana.
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