La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha voluto affrontare l’argomento degli adempimenti tributari a carico del custode giudiziario di un immobile di una società dato in affitto.
Si tratta, infatti, di un argomento spinoso per il consulente chiamato ad occuparsene, il quale fornisce una serie di indicazioni operative che vanno dall’istituzione di un registro delle fatture emesse in cui annotare le fatture relative i canoni di locazione dell’immobile, all’emissione da parte della società delle fatture dei canoni di locazione distinte dalle altre fatture, da consegnare al custode giudiziale. Oltre a ciò, la procedura prevede che il custode giudiziale incassi le somme dagli inquilini e che le consegni a sua volta all’amministratore dell’importo relativo all’Iva.
L’Iva, inoltre, può essere versata con il modello F24, procedura consigliata dagli esperti della Fondazione e deve indicare la periodicità della liquidazione dell’imposta e le somme messe a disposizione del custode giudiziale.
Qualora, però, la società non possa detrarre l’Iva sugli acquisti, sarebbe penalizzata da tale procedura, ma, al contempo, questa è la sola che fornisce la completa garanzia della tutela dell’erario e del rispetto della presa di posizione sancita dall’Agenzia delle Entrate.
Questo perché sia il custode giudiziale sia l’amministrazione della società solo liberi da responsabilità attinenti il versamento dell’imposta relativa al bene sequestrato.
Vera MORETTI
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