Non bastassero le tasse e la crisi internazionale, le eccellenze della produzione manifatturiera italiana devono anche fare i conti con le calamità naturali. Ci riferiamo al terremoto dello scorso maggio in Emilia Romagna che ha messo in ginocchio diversi settori produttivi, tra i quali quello della ceramica.
Proprio su questa filiera, prendendo spunto da quanto abbiamo potuto osservare e ascoltare al recente Cersaie di Bologna, vogliamo puntare la nostra attenzione questa settimana. Perché, se è vero che la ceramica italiana non è solo quella del Modenese, è pur innegabile che il sisma, colpendo l’area a maggior vocazione ceramica del Paese, ha dato una spallata all’intero settore. Eppure… Eppure, nonostante notizie allarmanti, resoconti poco confortanti che arrivano da quelle zone, la realtà sembra essere diversa; è la realtà di un settore che, per quanto ha potuto, si è rimesso subito all’opera, consapevole che la volontà d’impresa non può aspettare i tempi dello Stato; la realtà di chi sa di avere sulle proprie spalle la responsabilità di una grossa fetta del Pil nazionale; la realtà di chi mette il lavoro e l’impresa al primo posto.
Proprio qui vogliamo entrare e capire che cosa sta succedendo al settore, partendo da chi è… a capo di tutto.
Leggi l’intervista al presidente di Confindustria Ceramica, Franco Manfredini
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