Le coppie di fatto, in Italia come nel resto d’Europa, hanno bisogno di sapere i loro diritti, al pari delle coppie sposate.
A tal fine, è stato inaugurato il sito Coupleseurope.eu realizzato dai Notai d’Europa, col sostegno della Commissione Europea.
Redatto in 21 lingue, il sito mette a disposizione di chiunque volesse consultarlo il diritto in vigore nei 27 Stati membri e fornisce risposte ai quesiti giuridici che ogni coppia in Europa potrebbe porsi.
Il progetto è molto importante, perché ora tutti coloro che ne necessitano possono accedere alle informazioni sulla legislazione che disciplina i regimi patrimoniali tra coniugi in tutti i paesi dell’Unione e gli effetti patrimoniali delle coppie di fatto, nei Paesi in cui sono riconosciute.
Trovare le risposte alle domande più salienti è davvero facile, perché appaiono direttamente in Homepage, basta selezionare lo Stato di interesse.
Ecco quali sono le più frequenti:
Tilman Götte, Presidente del Consiglio dei Notariati dell’Unione Europea (CNUE), ha dichiarato: “Questo progetto dimostra la volontà dei Notai d’Europa di rispondere nel modo migliore al bisogno di sicurezza giuridica delle coppie in Europa, le cui forme evolvono rapidamente“.
Infatti, secondo le cifre della Commissione Europea, l’UE conta attualmente circa 16 milioni di coppie internazionali. Dei 2,4 milioni di nuovi matrimoni conclusi nel 2007, il 13% (310.000) aveva carattere internazionale. Ugualmente, 41.000 delle 211.000 convivenze registrate nell’UE nel 2007 presentavano una dimensione internazionale.
Sono molte le coppie internazionali che, essendo titolari di beni, siano essi immobili o conti bancari, in diversi Paesi, si trovano di fronte a un’insicurezza giuridica e a spese supplementari quando devono dividere il loro patrimonio in caso di divorzio, di separazione legale o di decesso.
Capire quali sono le giurisdizioni competenti e le legislazioni applicabili non è sempre facile, soprattutto se il diritto non è una materia nel quale si è ferrati. Se, poi, si considera che le norme sono molto diverse tra uno Stato e l’altro, è evidente che le difficoltà sono molteplici.
Per non parlare dei costi, spesso onerosi, che derivano dall’apertura di azioni giudiziarie parallele in diversi paesi, dalla complessità delle cause e dalle spese legali connesse.
Vera MORETTI
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