Corsa contro il tempo in parlamento

Se fino a ieri si pensava che il Governo riuscisse a “mangiare il panettone” e che avesse tempo fino a metà gennaio per portare a termine ed approvare definitivamente i tanti provvedimenti in sospeso, oggi questa certezza non c’è più.

Lo scioglimento delle Camere, infatti potrebbe avvenire anche prima di Natale e, se ciò accadesse davvero, gli appuntamenti fissati in agenda concordati con Pdl, Pd e Udc con il presidente della Repubblica diverrebbero serratissimi, e forse irrealizzabili nella loro interezza.

Vediamo nel dettaglio tutti i provvedimenti che sono ancora in stand-by:

  • Legge stabilità: la vecchia finanziaria ha la priorità assoluta che, però, stando al vecchio calendario, dovrebbe approdare in Senato solo il 18 per essere approvata in settimana e quindi passare negli ultimi giorni dell’anno (il 27) di nuovo alla Camera per il via libera finale. I 1500 emendamenti presentati in questi giorni non dovrebbero rappresentare un problema eccessivo, ma essendo questo l’unico provvedimento “blindato” dovrà farsi carico di alcune questioni rimaste aperte. Come prima cosa dovrà dare una risposta alla questione dei 260 mila precari della pubblica amministrazione i cui contratti scadono a fine anno, di seguito verranno rifinanziati gli ammortizzatori in deroga, e trasferita tutta l’Imu ai comuni. Poi andrà riformulata la Tobin tax, previste nuove misure a favore dei terremotati dell’Emilia e sulle cartelle pazze.
  • Lavoro e catene neve: Il Pdl vuole che sia rivista la riforma Fornero, e che, precisamente, vengano cancellate le norme che riducono la flessibilità in entrata. E poi, per evitare di toccare il decreto sviluppo si dovrebbe correggere la norma che introduce l’obbligo per tutti dei pneumatici da neve, come pure lo scivolo verso la pensione concesso ai manager e la deroga alla precedenza nelle assunzioni assicurata ai lavoratori in mobilità, come chiede a gran voce il Pd.
  • Decreto Ilva: tale decreto, che ha disposto il dissequestro degli impianti di Taranto e ripristinato la possibilità di continuare l’attività produttiva ed al tempo stesso avviare il risanamento del sito produttivo, dovrebbe essere un’altra provvedimento prioritario, anche se rischia di essere eliminato dall‘agenda.
  • Pareggio bilancio: il ddl verrà votato oggi alla Camera e poi passerà al Senato. Assieme al dl Stabilità è l’unico menzionato nella nota in cui Mario Monti annuncia le sue dimissioni.
  • Decreto sviluppo: massima urgenza per il decreto, perché deve assolutamente essere convertito in legge entro il 18 dicembre, pena la decadenza. Il Senato lo ha approvato nei giorni scorsi, ora la Camera ha appena sei giorni utili per ratificarlo.
  • Taglio province: il ddl 188 è ora arenato in commissione al Senato, già molto depotenziato e bloccato da veri contrapposti. Dovrebbe arrivare il aula martedì e poi passare al Senato. Scade il 15 gennaio.
  • Riforma elettorale: in teoria è atteso in aula per oggi, anche se venerdì non erano stati esclusi possibili, ulteriori ritocchi.
  • Delega fiscale: già approvata alla Camera, ora si trova ferma in Commissione finanze del Senato dopo che l’aula durante la sessione di bilancio l’ha rispedita indietro. Scarsissime possibilità di approvazione, anche per la contrarietà del governo ad alcune modifiche introdotte.
  • Ddl semplificazione: alcune misure potrebbero essere recuperate dalla legge di stabilità.
  • Salva infrazioni Ue: dopo che è stato approvato dal Senato giovedì scorso, c’è la possibilità che venga salvato insieme alla legge di stabilità

Vera MORETTI