Millecinquecento doppiette pronte a candidarsi al seggio elettorale. Tutto è nato qualche giorno fa in Fiera a Vicenza, dove un folto gruppetto di iscritti dell’Associazione cacciatori veneti, stanchi dei soliti politici che li hanno ‘traditi’, hanno deciso di fondare il loro di partito: quello dei cacciatori.
Proteggere l’arte venatoria, certo, ma anche dare un serio contributo al proprio Paese, con un obiettivo ben preciso: presentarsi alle regionali del 2015.
I cacciatori aspiranti politici sono indignati perché quest’anno non sono state concesse deroghe e perché a causa di alcune sentenze del Tar è stata sottratta all’attività venatoria una decina di giorni all’anno. Al malcontento generale si aggiungono le tasse pagate per la concessione regionale, che ora Acv, l’Associazione cacciatori veneti, vorrebbe indietro, perchè “ingiustamente intascate dalla Regione con la promessa di consentire l’esercizio venatorio in base a un calendario che invece è stato successivamente falcidiato dal Tar del Veneto“.
Fucili puntati, la guerra alla politica è appena cominciata.
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