“Il corporativismo? Non regge più”

 

di Davide PASSONI

Continua il viaggio di Infoiva tra alcune delle più rappresentative associazioni professionali italiane, per tastare il polso di un settore che, nell’attesa del rush finale per la riforma delle professioni, vive umori altalenanti tra il timore e l’aspettativa. Oggi tocca all’Istituto Nazionale Tributaristi e al suo carismatico presidente, il dott. Riccardo Alemanno.

Libere associazioni professionali: quale futuro alla luce della prossima riforma delle professioni?
Un futuro importante sia per gli iscritti che per l’utenza. Con l’approvazione della Legge sulle Libere Associazioni si concretizzerà, anche a livello legislativo, quel sistema duale che da decenni è presente sul mercato dei servizi professionali e ciò rappresenterebbe la prima vera modernizzazione normativa del sistema delle professioni nel nostro Paese. Le  Libere Associazioni di rappresentanza professionale come l’INT avrebbero un ulteriore peso anche normativo circa la funzione di aggregazione e controllo con un  importante valore aggiunto per il singolo professionista, poiché la sua iscrizione rimane volontaria e non obbligatoria, quindi nessun albettino di serie B.

Qual è, oggi, l'”umore” dei vostri associati?
Siamo abituati a non dare false aspettative ai nostri iscritti e quindi a non creare false illusioni: i tributaristi dell’INT sanno che la Legge sulle Libere Associazioni professionali è sì importante, ma non andrà ad intaccare minimamente l’attività attualmente esercitata. Quello che sanno è che essere iscritti ad un’Associazione come l’INT costituisce già un valore aggiunto, con l’approvazione della Legge tale valore aggiunto avrà anche uno specifico riconoscimento normativo e questo nel nostro Paese, dove è quasi indispensabile una sorta di ratifica pubblica, spero possa far sì che il Legislatore, un domani, possa meglio ricordarsi che il settore professionale in Italia è costituito dal sistema ordinistico e da quello associativo.

Tributaristi italiani: che cosa caratterizza la professionalità dei vostri associati?
Una forte dedizione nello svolgimento dell’attività professionale e questo in prima persona: il tributarista per struttura e forma mentis ha un rapporto diretto con la propria utenza, certamente si avvale di dipendenti e collaboratori, ma è il vero punto di riferimento della clientela. Questa peculiarità, che normalmente si ha solo all’inizio dell’attività professionale, se mantenuta nel tempo e accompagnata da un continuo aggiornamento professionale può essere veramente la carta vincente della propria affermazione professionale, sicuramente ne caratterizza positivamente la professionalità.

INT fa parte del CoLAP: che cosa significa per voi avere un coordinamento che rappresenta le vostre istanze?
L’INT è stato tra i fondatori del CoLAP, proprio per avere un’unica voce su istanze di carattere generale come quella relativa all’attuale Legge e per fornire un forte contributo alla riforma del settore professionale, poiché le differenti caratteristiche delle oltre duecento Associazioni rappresentate dal Coordinamento costituiscono un grande valore aggiunto per meglio comprendere le esigenze del mercato sia dal punto di vista degli operatori sia dei cittadini. Diverse, invece, le singole istanze dello specifico segmento di riferimento: in questo caso è importante avere un’Associazione strutturata e in grado di dialogare e confrontarsi direttamente con le Istituzioni.

Non vi sentite, qualche volta, “figli di un dio minore”?
No, perché riteniamo, semmai, di avere un ruolo fondamentale e di forte innovazione. L’importante è avere sempre ben presente che i cambiamenti, in un settore così radicato nelle tradizioni come quello delle professioni, hanno bisogno di tempi lunghi: servono tenacia nel proporre le proprie ragioni e grande capacità di dialogo e mediazione per affrontare i tanti ostacoli che quotidianamente incontriamo nel nostro percorso di crescita.

Perché in Italia il corporativismo è così forte, a suo avviso?
Il corporativismo come difesa di categoria se può avere avuto ragione d’essere in epoche passate, radicandosi nel nostro Paese in tutti i settori e non solo in quello delle professioni, oggi, in un mercato libero e dinamico non può più reggere:  la propria attività non si difende alzando barriere e ricercando nuove riserve ma con la professionalità. Purtroppo oggi abbiamo atti di corporativismo  ancora molto forti ed anche  supportati da rappresentanti dalle Istituzioni. Il percorso sarà pertanto difficile, ma credo che ciò che si è iniziato, ovvero la modernizzazione del settore, sia ormai irreversibile nonostante le tante resistenze.

Qual è, per voi, la strada per “contare di più”?
Contare di più come Associazione dipende dalla volontà dei nostri iscritti e dalla capacità di mettere in campo richieste e darsi obiettivi che non vadano solo a beneficio dei singoli tributaristi ma di tutto il Paese. Ricordo che i professionisti iscritti alle Associazioni, prima di essere tali sono cittadini-contribuenti, per cui, ma questo dovrebbe valere veramente per tutti, prima ancora dei propri singoli interessi devono e vogliono salvaguardare l’interesse generale: solo così il nostro Paese potrà avere un futuro migliore da offrire alle nuove generazioni.