Tra le proposte contenute nel decreto salva infrazioni UE spicca quella relativa al congedo parentale da richiedere anche a ore, e che permetterebbe periodi di assenza più lunghi.
L’iniziativa, assolutamente rivoluzionaria, almeno in Italia, permetterebbe di conciliare famiglia e lavoro senza troppi sacrifici: questo perché, se si frazionasse il congedo ad ore, la retribuzione rimarrebbe intatta per le ore di presenza al lavoro.
Il periodo di tempo previsto dal congedo consta di 6 mesi per ogni genitore, per un massimo di 10 mesi complessivi, che diventano 11 se il padre rimane a casa per 3 mesi consecutivi, e comunque da utilizzare entro i primi 8 anni di vita del bambino.
La formulazione del decreto prevede che il datore di lavoro e il dipendente possano accordarsi per suddividere a ore il congedo parentale, rimandando alla contrattazione collettiva le indicazioni precise su modalità di fruizione, criteri di calcolo della base oraria ed equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa.
Al momento della presentazione della domanda, il dipendente dovrà indicare inizio e fine del congedo che intende prendere. Durante il congedo, poi, i contatti tra azienda e lavoratore si mantengono, per poter concordare insieme le modalità di ripresa dell’attività lavorativa.
Vera MORETTI
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