In uno scenario contrassegnato dal segno “meno”, l’unica voce che, al contrario, chiude il 2012 del Veneto in positivo è l’export, che tiene a galla l’economia dell’intera regione.
C’è ben poco da rallegrarsi, però, perché la situazione regionale non è per niente rosea e il Pil ha subito una contrazione del -2,1%, appena sopra la media nazionale, che è ferma a -2,3%.
Alessandro Bianchi, presidente di Unioncamere Veneto, ha dichiarato: “Sul versante dell’attrazione degli investimenti diretti esteri la situazione regionale non appare confortante. Le fasi produttive localizzate in Italia fanno fatica a competere con quelle presenti in altre economie sviluppate. Esiste ancora un vantaggio nei confronti delle economie emergenti, in particolare nella produzione di beni strumentali e beni intermedi, anche se negli ultimi anni si è progressivamente ridotto”.
Le esportazioni, soprattutto in un periodo critico come questo, devono essere incoraggiate per due motivi: alcuni mercati oltre confine sono floridi e disposti ad investire e spendere, inoltre gli sbocchi esteri possono portare all’avvio di nuove attività economiche o al potenziamento di quelle precedenti, e quindi contribuire all’innalzamento del livello tecnologico delle produzioni locali.
Vera MORETTI
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