Faccio le valigie e vado in Carinzia

 

Cinquanta imprenditori, tutti provenienti dalla Regione Veneto, pronti a fare le valigie e a trasferire la propria azienda oltreconfine, ma non troppo. Meta: la Carinzia. Provocazione o reale opportunità?

Mentre in Italia la pressione fiscale sale alle stelle, gli incentivi per piccola e media impresa si fanno sempre più ristretti, fare impresa all’estero può trasformarsi in una reale possibilità di crescita.

Ma l’Italia della piccola e media impresa è davvero come la descrivono? Si può fare qualcosa di più?

Infoiva lo ha chiesto a Alessandra Polin, imprenditrice veneta che insieme a Sandro Venzo, anima del movimento dei 50 imprenditori, in Carinzia a fare un sopralluogo ci è andata davvero.

Di che cosa si occupa la sua azienda? 
La mia azienda si occupa di produzione e vendita di filtri per l’aria (unità di trattamento aria, aziende ospedaliere, farmaceutiche, industrie) ed è nata nel 1963 dall’ingegno di mio nonno, di ritorno dagli Stati Uniti dove era emigrato. Ha iniziato il suo percorso imprenditoriale aprendo una ditta individuale e nel 1982 si è trasformata in Generalfilter Italia, mentre nel 1986 è diventata una Società per azioni. Nel 1990 abbiamo aperto la prima filiale estera, Generalfilter Iberica, in Spagna ad Arganda del Rey (Madrid) e più recentemente abbiamo installato un sito produttivo in Turchia , Generalfilter Havak (prevalentemente per il mercato del Medio Oriente) e una sede commerciale in Francia, Generalfilter France. In Italia la nostra azienda fattura circa 15.000.000 euro e dà lavoro a circa 110 collaboratori.

Che cosa spinge un imprenditore non più solo a delocalizzare la produzione ma a trasferire l’intera azienda fuori dall’Italia?
Il nostro intento non è quello di creare disoccupazione in Italia, vogliamo però che cambi in Italia il modo di percepire l’imprenditore e l’azienda, che devono essere considerati un valore aggiunto. Confesso che allo stato attuale delle cose, se dovessi pensare a investimenti futuri per la mia azienda, mi guarderei intorno perchè ci sono Paesi che offrono numerosi vantaggi per chi fa impresa. Al contrario dell’Italia, dove oggi un imprenditore è spinto ad andare all’estero dalla tassazione che ha raggiunto picchi elevatissimi (lo scorso anno l’84% del mio utile si è volatilizzato per il pagamento delle imposte), dall’IMU,  dalla burocrazia farraginosa, dalla mancanza di stabilità normativa, e ancora la difficoltà di accesso al credito, i rapporti sindacali che penalizzano gli imprenditori…insomma, per essere competitivi almeno in Europa, dobbiamo giocare tutti con le stesse regole!

Quali sono le tasse che gravano maggiormente sulle piccole e medie imprese in Italia? 
Le tasse che si pagano in Italia rispetto alla Carinzia, sono decisamente più rilevanti… L’Ires italiano è molto simile alla tassazione carinziana, ma lì non esiste l’Irap che grava in maniera pesante sulle imprese, soprattutto sulle imprese che decidono di assumere collaboratori, quindi, per assurdo è tassato di più chi crea occupazione.

Essere una piccola o media impresa in Italia è un vantaggio o uno svantaggio?
Essere una media impresa oggi nel nostro Paese è uno svantaggio a partire ad esempio, dall’articolo 18, applicabile per aziende oltre i 15 dipendenti: la riforma del lavoro sembra studiata ad hoc per disincentivare le assunzioni. Piccole imprese o start up si scontrano inoltre con il problema sempre più grave dell’accesso al credito e del supporto attivo in fase di avvio. Per non parlare della questione dei crediti incagliati, ovvero quando i clienti non pagano le fatture e il recupero di liquidità diventa difficoltoso.

La regione Veneto offre incentivi a chi vuole aprire una nuova attività imprenditoriale o per chi vuole puntare sulla ricerca e innovazione per la propria azienda?
Esistono dei bandi finanziati dalla Regione ma sono di difficile accesso e in ogni caso non coprono molte delle spese necessarie. In Carinzia al contrario è possibile usufruire di contributi fino al 60% per le aziende che fanno ricerca e sviluppo, e quindi è naturale che molti imprenditori sono incentivati a spostarsi…

Perché proprio l’Austria e la Carinzia?
Perchè è vicina e facilmente controllabile! Noi non vogliamo, come accaduto nel passato per alcuni imprenditori, andare alla ricerca del paradiso fiscale o della manodopera a basso costo (e spesso di scarsa qualità), noi vogliamo essere sostenuti nel fare impresa dal Paese. E’ questa la grande novità!

Che cosa vi aspettate dal nuovo Governo? Quali misure dovrebbe mettere in campo per evitare la fuga non solo di cervelli, ma di intere imprese?
Vogliamo una politica industriale diversa, meno burocrazia, poche regole e certe, un taglio dei costi dello Stato che possa tramutarsi in una diminuzione delle tasse per tutti, in grado di far ripartire i consumi, e ancora diversi rapporti sindacali… Dobbiamo partire dal presupposto che siamo tutti partner che servono a far andare avanti il Paese, non organismi in lotta tra loro.

Alessia CASIRAGHI