Il turismo in Italia parla straniero

 

Vedi Napoli e poi muori, recita il detto. E sembra che i turisti stranieri lo abbiamo preso alla lettera, almeno in questo 2012 appena trascorso. Il rapporto stilato da Federalberghi sull’andamento del settore turistico alberghiero nel 2012 parla chiaro: la presenza straniera in Italia è aumentata dell’1% rispetto al 2011.

Crescita lieve, ma significativa, in un periodo di profonda crisi non solo relativa al comparto turistico, ma allo scenario internazionale. “Al buon risultato della clientela straniera, – ha commentato Bernabò Bocca, Presidente di Federalberghi-  che anche nel 2012 ha continuato a scegliere l’Italia quale meta ideale per trascorrere un periodo di vacanza, mettendo a segno un lieve ma significativo incremento dell’1%, si contrappone il marcato calo della clientela interna che rispecchia fedelmente la grave crisi economica”.

E il secondo dato che emergenza con evidenza dall’indagine svolta da Federalberghi con metodo CAWI, è il calo del 2,5% delle presenze alberghiere in Italia nel 2012. Una perdita unitaria pari a 7 milioni di pernottamenti alberghieri, che accomunati alla flessione dell’indotto ed alla frenata delle tariffe, ha generato un calo stimabile per il settore che si aggira attorno ai 3 miliardi di euro.

Nel dettaglio il calo delle presenze italiane è stato pari ad un -5,4% rispetto al 2011, mentre i turisti stranieri che hanno scelta il Belpaese come meta delle proprie vacanze sono cresciuti del +1%.

Sono dati sicuramente negativi quelli che nel complesso registra per il 2012 l’osservatorio permanente del nostro Centro Studi – ha continuato Bocca – eppure guardando al contesto internazionale c’è qualcosa che comincia a luccicare in fondo al tunnel”.

Ma dove scorgere segnali di ripresa?

I dati occupazionali del settore alberghiero relativi al 2012 non sembrano aprire a grandi speranze: diminuzione del 3% di lavoratori occupati, quantificabile in 60 mila posti di lavoro a livello aggregato di settore.

Nel dettaglio, nel segmento dei lavoratori alberghieri a tempo indeterminato il dato annuo è stato di -3,1% con picchi variabili tra il -1,1% a gennaio il -4,8% di ottobre. Per quanto riguarda i contratti a tempo determinato il dato annuo parla di un calo del -2,8%, con picchi variabili tra lo 0% di marzo il -6% di dicembre.

La speranza che ci auspichiamo – ha concluso Bocca- è di una ripartenza nel 2013 delle spese delle famiglie italiane e straniere orientate al settore, incoraggiata da tariffe ferme da tre anni e proposte commerciali sempre più ricche di servizi aggiuntivi. Il raffreddamento dello spread, la stabilizzazione dei mercati finanziari e il contenimento del tasso d’inflazione potrebbero creare le condizioni per ridare liquidità alle famiglie e dunque nuovo vigore ai consumi turistici”.

Ma cosa si aspetta il comparto turistico dal nuovo Governo che sarà eletto? “Agevolazioni fiscali dall’Imu alla Tares, semplificazioni per l’accesso al credito, promozione massiccia verso i Paesi ad economia forte della destinazione Italia, drastica riduzione del costo del lavoro“. Più facile a dirsi che a farsi.

Alessia CASIRAGHI