Crowdfunding: io ci metto le idee, gli altri (tutti insieme) ci mettono i soldi

di Davide PASSONI

No, non prendeteci per snob o per quelli che vogliono fare i fighi a tutti i costi… Se due settimane fa vi abbiamo parlato di coworking e questa settimana vi parliamo di crowdfunding non è perché ci siamo improvvisamente messi a usare i termini di quelli che “parlano bene”, ma perché le nuove forme che stanno prendendo l’economia, il mercato del lavoro e il mondo delle piccole e medie imprese passano anche, volenti o nolenti, da parole ed espressioni come queste.

Come quando vi parlammo di coworking, partiamo da Wikipedia per spiegare che il crowdfunding è “un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone ed organizzazioni. È un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse“. In sostanza, si finanziano progetti, anche d’impresa, mettendo insieme i capitali di più persone che condividono le finalità dei progetti stessi, siano esse finalità etiche o di business.

Il crowdfunding è un fenomeno che, come tanti altri che nascono da internet, ha cominciato a prendere piede in Italia da poco ma merita di essere conosciuto, specialmente in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando. Può infatti essere un ottimo strumento per chi, giovane o meno giovane, ha una brillante idea di business in testa ma pochi capitali per poterla realizzare. L’importante è utilizzare i canali giusti per farla conoscere e, soprattutto, realizzare un business plan coerente e sostenibile. Grazie al crowdfunding, tra l’altro, è possibile dare forma e capitali alle proprie idee senza passare per le banche. E in un periodo di feroce stretta al credito come quello attuale, non è cosa da poco.

Come in tutte le avventure imprenditoriali, è necessario appoggiarsi ai professionisti giusti. Poche, ad oggi, sono le piattaforme di crowdfunding e scarsa è la conoscenza dei mezzi che mettono a disposizione di chi vuole raccogliere soldi e consensi intorno al proprio progetto. Forse anche per questo, alcuni istituti di credito hanno cominciato a capirne le potenzialità e si stanno attivando in iniziative di crowdfunding. Ecco, questa settimana cercheremo di raccontare alcuni aspetti, esperienze, casi di crowdfunding in Italia per dire che un’alternativa alla stretta del credito c’è: basta essere tosti, innovativi e avere le idee chiare. Mica così facile…