L’Italia, per ripartire, ha bisogno di fondi e di investimenti, che favoriscano soprattutto le pmi.
E a questo proposito, la Bei, la Banca europea per gli investimenti, ha un piano ben preciso.
Infrastrutture e pmi innovative, infatti, riveranno, da qui al 2015, contributi per un totale di, rispettivamente, 26 e 28 miliardi, dei quali 9 miliardi saranno erogati entro l’anno.
Dario Scannapieco, vicepresidente Bei, ha dichiarato: “Faremo il possibile per fornire un forte stimolo alla crescita e all’occupazione. Continueremo a sostenere le Pmi italiane per cercare almeno di replicare la performance del 2012 quando sono stati perfezionati nuovi prestiti per oltre 2,5 miliardi. Intendiamo anche avere una presenza sempre più capillare sul territorio, ampliando la platea dei nostri istituti partner anche a quelli di più piccole dimensioni”.
Particolare attenzione la riceveranno le reti d’impresa, come anche le aggregazioni tra le piccole imprese e le attività di Ricerca e sviluppo.
Un primo passo era stato fatto da Bei già alla fine del 2012, quando sono stati siglati i primi due accordi di finanziamento alle pmi innovative all’interno del programma isk sharing instrument (Rsi) e da quello si spera che nascano altre importanti iniziative.
Ciò sarà possibile grazie ad una collaborazione tra l’Istituto, la Commissione Ue e le banche: il Fei, Fondo europeo per gli investimenti, braccio operativo della Bei, garantisce il 50% del rischio di credito della banca sull’esposizione verso i progetti innovativi delle pmi.
La Commissione interviene offrendo una garanzia contro le eventuali perdite iniziali, consentendo alle banche di avere più capitale libero da destinare a nuovi prestiti. A fare da apripista sono stati il Banco Popolare e la Cassa di Risparmio di Cento.
Bei interverrà anche sulle grandi opere, che nel 2012 hanno ricevuto il 14% delle risorse messe a disposizione al nostro Paese.
Esempio di grandi finanziamenti sono il Mose e la Brebemi, ma anche il collegamento autostradale tra Brescia, Bergamo e Milano.
E’ in corso anche un progetto che riguarda un sistema ingegneristico che proteggerà Venezia dall’acqua alta, per la quale il mese scorso bei ha stanziato 500 milioni di euro, come seconda tranche di un finanziamento partito nell’aprile 2011.
Ma le infrastrutture riceveranno il sostegno di formule innovative, come i project bond, indispensabili per favorire la crescita e definiti da Scannapieco “strumenti interessanti perché consentono un mix tra investimenti pubblici e privati. La fase-pilota è in corso e si concluderà a fine anno. L’iter prosegue, ma l’operatività è legata all’approvazione delle Prospettive finanziarie della Ue per il 2014-2020. Per ora sono stati individuati una quindicina di progetti europei, di cui un paio in Italia”.
Vera MORETTI
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