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Le imprese edili friulane chiedono una revisione del Patto di Stabilità

Sono tre associazioni, ovvero Ance, Anci e Cal, a chiedere che venga rivisto il Patto di Stabilità e che vengano portati a 190, dai 90 attuali, i milioni di euro di tondi destinati agli enti pubblici.

Viene anche richiesta una certificazione dei crediti per fare in modo che le imprese possano ricevere gli anticipi dei pagamenti da parte delle banche.

Valerio Pontarolo, presidente dell’associazione costruttori edili del Friuli, ha voluto inoltre sottolineare lo stato di criticità in cui versano le imprese edili, anche a causa dei ritardi dei pagamenti da parte degli enti pubblici: “Il Patto è un meccanismo scellerato e impattante di cui non riusciamo a comprendere la logica. Per l’Ance Fvg la priorità, in questo momento, è dare la possibilità alle nostre autonomie locali di pagare i debiti relativi ai lavori pubblici già eseguiti, anche perché le risorse, comuni e province, le hanno già in cassa. La Regione dovrà intervenire aggiungendo ai 90 milioni già promessi, altri 100 milioni. In caso contrario assisteremo a una moria di imprese “per crediti”, che per un’azienda è la peggiore possibile“.

Ciò che si pretende, in concreto, è di liquidare le imprese per i lavori già eseguiti, evitando in questo modo l’inevitabile fallimento di numerose attività e la conseguente perdita di posti di lavoro.
Questo è quanto è stato sottolineato da Mario Pezzetta, presidente dell’Anci del Friuli: “Quello che vogliamo fare è rivedere il Patto di stabilità regionale al fine di poter pagare le imprese per i lavori già svolti, scongiurando così il fallimento di decine di aziende e il licenziamento di centinaia di addetti“.

Vera MORETTI

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