Il tasso di inflazione sale, i salari rimangono al palo

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La crisi si fa sentire in tutti gli ambiti e, indistintamente, nelle tasche dei lavoratori.

La situazione difficile viene infatti confermata dai dati resi noti da Istat che riguardano le retribuzioni dei lavoratori delle grandi imprese.
Se, da una parte, il tasso di inflazione vola, tanto da essersi assestato a +3% nel 2012, non si può dire lo stesso sui compensi di impiegati ed operai, cresciuti, in tutto l’anno passato, di appena l’1,2%.

Prima conseguenza di ciò è, ovviamente, una diminuzione esponenziale del potere di acquisto delle famiglie, calato del 14,1% dal 2008 al primo bimestre del 2013.

L’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha voluto analizzare le ricadute di tale andamento per una famiglia media, composta da di 2,5 componenti, monoreddito di un impiegato in una grande impresa, che risultano pari a 533 euro annui.
Si tratta, in concreto, di una perdita della capacità di acquisto che equivale a 34 giorni di spesa alimentare, per una situazione che, oltre che critica, è ormai insostenibile.

Il nuovo Governo sarà chiamato a prendere importanti misure:

  • l’eliminazione dell’aumento dell’IVA previsto da luglio;
  • la disposizione di misure di sostegno per le famiglie a reddito fisso, a partire da una detassazione;
  • l’esenzione dal pagamento dell’IMU sulla prima casa per i bassi redditi.

Vera MORETTI