La crisi delle costruzioni si riflette sugli architetti

Il settore delle costruzioni ha concluso il 2012 con un bilancio pesantemente negativo, caratterizzato da un calo delle produzioni del 5,8%.
Ovviamente, ciò ha influito anche sull’attività degli architetti, il cui lavoro dipende in gran parte da questo settore.

In sei anni, dal 2006 al 2012, questo mercato si è ridotto di un quarto (-24,4%, quasi 55 miliardi in meno a valori costanti 2011), ma la percentuale sale al 44% per quanto riguarda le nuove costruzioni.
Purtroppo, il 2013 non sembra portare buone notizie, poiché è prevista un’ulteriore flessione dell’1,4%. Per registrare una ripresa, seppur modesta, si dovrà aspettare il biennio successivo (+1% nel 2014 e +1,4% nel 2015).

Questi dati sono stati presentati nel Rapporto 2013 sulla professione di Architetto realizzato dal Cresme e dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e che sono stati anticipati durante la Conferenza Nazionale degli Ordini provinciali a Roma.
Ma se la congiuntura risulta particolarmente negativa per la nuova attività edilizia, sia residenziale sia non residenziale, anche negli altri ambiti c’è poco da sorridere, anche se le percentuali sono più contenute.
Il comparto dei Lavori Pubblici ha registrato una riduzione del 27%, ma il trend per l‘immediato futuro si preannuncia nero fino al 2015.
In flessione anche l’attività di rinnovo e di manutenzione dell’esistente, che fino al 2011 (a partire dal 2006) aveva perso il 7% del mercato e che nel 2012 registra un bilancio negativo del 3% in un solo anno.

La crisi ha sicuramente trasformato profondamente il settore delle costruzioni, che si sta spostando verso le riqualificazioni e l’efficientamento energetico.

Questo è il panorama nel quale si trovano a lavorare i 150 mila architetti italiani, 5 ogni duemila abitanti, che rappresentano il 27% del totale europeo inclusa la Turchia: in Germania, secondo paese in Europa per numero di professionisti, gli architetti sono poco più di 100 mila, in Francia sono 30 mila così come nel Regno Unito.
Questi ultimi sei anni hanno causato la perdita di quasi un terzo del reddito professionale, sceso nel 2012 a poco più di 20 mila euro.

La situazione sta convincendo sempre più professionisti a trasferirsi all’estero, anche se, almeno per ora, si procede a rilento: solo un architetto su cinque ha avuto esperienze di progetti in altri Paese svolti dal proprio studio professionale, soprattutto in Francia, Spagna e Regno Unito.

Leopoldo Freyrie, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, ha dichiarato: “Pesa in n questa difficile situazione la storica assenza, da parte delle istituzioni, di qualsiasi azione per garantire non solo agli architetti, ma ai liberi professionisti italiani che stanno pagando tutti un forte contributo alla crisi, iniziative di sostegno e incentivi fiscal,i finora riservati alle imprese, e che potrebbero rappresentare – nell’attuale situazione – facilitazioni per l’ accesso anche ai mercati esteri. Per quanto riguarda gli architetti italiani c’è da rilevare come gli ostacoli all’accesso al mercato – già contratto dalla crisi – creati dalla bulimica burocrazia edilizia, stiano avendo l’effetto di snaturare la nostra professione: c’è da parte del privato la ricerca di architetti capaci di ottenere i permessi, piuttosto che di realizzare buoni progetti, mentre standard e ostacoli artificiosamente elevati – e creati dalle norme sui lavori pubblici – ne impediscono l’accesso degli studi di architettura piccoli e medi”.

Per resistere alla crisi, Freyrie sottolinea l’importanza di promuovere le Società tra Professionisti e Interprofessionali, non solo per abbassare i costi degli Studi, ma anche per rendere sinergiche le competenze, aumentare le opportunità di lavoro.
Per questo motivo, fondamentali risultano essere le Reti d’Impresa, che possono creare strutture flessibili e leggere, adatte all’instabilità del mercato, collegate internazionalmente e con adeguato riconoscimento giuridico anche comunitario.

Tra gli strumenti che Freyrie maggiormente appoggia ci sono:

  • SeeArch, il portale che contiene tutti i dati degli architetti italiani registrati, con informazione sugli studi, schede personalizzate e immagini dei progetti realizzati;
  • il Progetto Internazionalizzazione, per sostenere il lavoro degli architetti italiani all’estero nato di concerto con il Ministero degli Esteri;
  • I@Materia, la piattaforma che permette al professionista di gestire on line qualsiasi procedimento edilizio di Lavori Pubblici presso le Pubbliche Amministrazioni;
  • la Carta Nazionale dei Servizi, la smart card riservata a tutti gli iscritti al sistema ordinistico, che permetterà di accedere ai servizi online della Pubblica Amministrazione su tutto il territorio nazionale.

La Nuvola degli architetti consentirà anche a tutti i progettisti di accedere ai software necessari alla loro attività senza doverli acquistare e di lavorare con il Building Information Modelling (BIM), forma più evoluta della progettazione in 3D che si sta affermando in tutto il mondo, senza doverlo acquistare, ma pagando esclusivamente il tempo di utilizzo. Il Consiglio Nazionale sta anche attivando tutti gli strumenti per adempire, attraverso una specifica piattaforma on line, all’obbligo della formazione continua che, dal prossimo anno, persegue l’obiettivo di garantire una qualità professionale costantemente aggiornata. Noi ci siamo rimboccati le maniche per aiutare la nostra comunità professionale, con alleanze, progetti, servizi; ma se la politica continua a fare il gioco delle perle di vetro in un clima di assoluta autoreferenzialità, cieca alla realtà dei mestieri, la strage dei talenti professionali si compirà, creando un danno irreparabile al futuro dell’Italia“.

Vera MORETTI