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Debiti PA e Pil, qual è la relazione?

Come abbiamo visto durante l’arco di questa settimana, il decreto sbloccacrediti, partito tra grandi rulli di tamburi, proclami e squilli di trombe, mano a mano che passavano i giorni ha raccolto più fischi che applausi.

Qualcuno che, però, che ancora prova a vederne i lati positivi (che ci sono, solo che il governo è riuscito a camuffarli molto bene) c’è. Si tratta di Bankitalia, nel cui Bollettino economico riporta alcune valutazioni incoraggianti sul decreto. Secondo le analisi dell’istituto di Via Nazionale, il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese “potrebbe contribuire alla crescita del Pil nei due anni per un ammontare complessivo compreso tra cinque e sette decimi di punto percentuale“. Più o meno quello che il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ha detto poco meno di un mese fa.

Secondo Bankitalia, “nel complesso l’impatto macroeconomico del pagamento dei debiti è certamente positivo“, purché non si trascuri di “monitorare regolarmente l’attuazione delle norme, così da introdurre i cambiamenti eventualmente necessari per assicurarne l’efficacia“. Salvo poi tirare il freno a mano quando dice che “le previsioni degli effetti sulla crescita del provvedimento sono molto incerte, in quanto è difficile prefigurare la rilevanza relativa delle diverse destinazioni dei fondi“.

In effetti, spiega Bankitalia, la crescita del Pil nel biennio 2013-2014 oscillerebbe tra lo 0,5 e lo 0,7% “nell’ipotesi prudenziale in cui le risorse aggiuntive destinate al finanziamento di nuovi investimenti nel biennio 2013-14 fossero il 12% del totale e che la quota residua fosse destinata in parti uguali al finanziamento del capitale circolante (ad esempio il pagamento di salari arretrati) e ad accantonamenti per finalità precauzionali“.

Ecco quindi che il pagamento in tempi brevi di una quota rilevante dei debiti, si legge ancora nel Bollettino, sarebbe positivo perché potrebbe “contenere la dinamica della mortalità di impresa, con un impatto potenzialmente rilevante sull’attività economica“. Se fosse fatto in tempi brevi, appunto. Ma per come il decreto è stato concepito, ogni cosa si può dire tranne che sia orientato alla velocità. Vedremo come uscirà dopo l’esame del Parlamento.

Redazione

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