Adusbef e Federconsumatori, grazie ad una rielaborazione su dati BCE e Banca d’Italia, hanno reso noto che chiedere un prestito o un mutuo in Italia è molto più dispendioso rispetto agli altri Paesi d’Europa. I finanziamenti chiesti da privati ed imprese italiani, dunque, sono più cari, anche a parità di Euribor.
Il problema, ormai lo sanno tutti, è lo spread, che le banche applicano ai tassi sui mutui e prestiti, nonostante l’effetto calmierante che avrebbero dovuto generare le iniezioni di liquidità della BCE, rese vane dagli aumenti.
Nel dettaglio, il tasso medio applicato dalle banche a gennaio per prestiti alle imprese è stato del 3,62% (in leggera flessione), mentre in Germania 2,15% e in Francia 2,21%.
Lo spread Italia – Germania sui tassi alle imprese è quindi pari a 147 punti base.
La Spagna è meno distante da noi, ma anche lì i tassi restano più bassi dei nostri, poiché si fermano a 3,16%.
La situazione non è migliore per i privati: il tasso medio su un mutuo trentennale da 100mila euro è del 4,64%, mentre negli altri Paesi Ue è mediamente del 3,45%.
Significa 69 euro in più su ogni rata mensile, 828 euro ogni anno, quasi 25mila euro per l’intero piano di ammortamento, mentre per un mutuo ventennale la differenza in euro sui tassi e poco più di 15mila.
La differenza è ancora più netta su un prestito decennale: 7,56% il tasso medio italiano, 6,04% quello europeo. Ipotizzando un prestito da 30mila euro, in Italia si pagano 23 euro in più al mese, 276 euro all’anno, 2760 euro per 10 anni.
Vera MORETTI
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