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Le pmi della moda Made in Italy sbarcano in Cina

Per il debutto delle pmi italiane della moda sul mercato cinese, a Zhuhai si sta ergendo l’Huafa mall, che, pronto tra un anno, ospiterà i negozi monomarca dei migliori Made in Italy.
Non solo grandi firme, quelle protagoniste delle sfilate internazionali, ma anche abbigliamento e calzature di qualità medio-alta proposti a prezzi accessibili.

A questo proposito, Giacomo Gardumi, da trent’anni in Cina, fondatore di KeYi business consulting, società italo-cinese che commercializzerà gli spazi di 180 negozi dell’Huafa mall, ha dichiarato: “Il lusso sta perdendo vendite per effetto della saturazione dovuta all’invasione di presenza da parte delle griffe. Fenomeno che ha finito per banalizzare la loro offerta“.
E contro proposte di lusso, ma omologate, spunta l’interesse, da parte del mercato orientale, per creazioni meno conosciute ma più originali.

Il mall non ospiterà solo marche italiane, ma anche inglesi, francesi, americani, spagnoli, giapponesi e, ovviamente, cinesi, tutte rivolte ad una classe benestante che, però, è alla ricerca di novità e proposte che si distinguano da ciò che si vede su riviste e passerelle.

Gardumi ha aggiunto: “È arrivata l’ora dei marchi italiani non del lusso finora assenti dal mercato perchè l’avventura è superiore alle forze delle imprese produttrici, pmi con fatturato dai 2 ai 10 milioni. Cifre che non permettono l’alto onere di una presenza in loco. A loro noi offriamo anche assistenza logistica e servizio. Da sole queste pmi non ce la fanno ad aprire una propria vetrina nelle città cinesi, e restano escluse da un mercato che offre ancora enormi potenzialità di sviluppo per l’export italiano“.

Huafa Industrial Share, colosso del real estate cinese presieduto da una donna, Chen Yin, ha voluto scommettere con questa fetta di mercato, investendo 250 milioni di euro per costruire il primo shopping mall che ospiterà l’unico negozio multimarca (2-3 mila mq) delle pmi dell’italian fashion style non di lusso.
SI tratterà di un edificio di centomila metri quadrati diviso in tre aeree per lo shopping, accanto a torri che ospitano cinema, ristoranti, alberghi e residenze.
Tra i negozi, ben 50 saranno dedicati al madei in Italy non di lusso.

Il progetto è stato presentato a Milano, da Chen Yin, che era accompagnata dal console generale della repubblica popolare cinese, Liang Hui. All’incontro anche Giacomo Gardumi e Antonio Fossati, rispettivamente docente di marketing all’università di Pavia e ceo di Rds&company.

Fossati ha dichiarato: “Il Made in Italy è molto attrattivo sul mercato cinese che sta vivendo una seconda fase che interessa i marchi di fascia medio-alta in città importanti e popolose, ma fuori dal circuito delle capitali come Pechino e Shanghai. Se prima l’azienda delegava a un distributore cinese, ora è la stessa azienda ad occuparsi dei rapporti con il mercato in una logica di concatenazione con il retail“.

Chen Yin, in risposta, ha definito il progetto: “un’opportunità per la promozione di questi marchi tricolori non di lusso, ma di qualità, che per la prima volta arrivano sul mercato cinese“.

Vera MORETTI

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