Nel suo ultimo rapporto sull’economia italiana, l’Ocse ha approvato il piano di riforme che l’Italia si appresta ad avviare e che potrebbe farla uscire dalla recessione prima della fine dell’anno.
Nonostante questo buon auspicio, gli effetti benefici tarderanno a farsi sentire, perché il clima di scarsa fiducia permane, così come il ritmo lento che caratterizza la ripresa anche degli altri Paesi Ue.
Spiega l’Ocse: “In Italia é impossibile per il momento ridurre in modo significativo il livello complessivo dell’imposizione, ma l’eliminazione delle agevolazioni fiscali senza giustificazioni economiche permetterebbe di aumentare la base imponibile e quindi ritoccare le aliquote marginali senza impatto sulle entrate. Per l’Italia, la priorità resta la riduzione ampia e prolungata del debito pubblico, perché con un rapporto debito/Pil vicino al 130% e un piano di ammortamento del debito particolarmente pesante, il Paese rimane esposto ai cambiamenti improvvisi dell’umore dei mercati finanziari“.
Inoltre l’Ocse prevede un ulteriore ribasso delle stime del Pil per quanto riguarda il 2013, con una contrazione dell’1,5%, contro il -1% previsto nel novembre scorso.
Per questo motivo, risulta difficile che la crescita possa partite prima del 2014, quando si prevede un +0,5 ora irraggiungibile.
Per arrivarci, Ocse avvisa di “incoraggiare le banche ad aumentare gli accantonamenti per perdite e continuare a incitarle a soddisfare le loro esigenze di capitale tramite le emissioni di nuove azioni o la cessione di attività non strategiche“.
Vera MORETTI
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