di Davide PASSONI
C’è chi vive e vede questo obbligo come l’ennesimo aggravio burocratico, chi come un male necessario, chi come un passo verso una digitalizzazione delle comunicazioni tra imprese e tra imprese e PA che può aiutare a far uscire l’Italia dal medioevo delle carte.
Parliamo dell’obbligo per le imprese individuali di dotarsi, entro il 30 giugno, di una casella di posta elettronica certificata, o PEC. Per chi non lo sapesse, la posta elettronica certificata che realizza una sorta di sede legale “elettronica” dell’impresa, accessibile da chiunque per scambiare messaggi con la massima sicurezza e, cosa importante, con lo stesso valore legale della Raccomandata con Ricevuta di ritorno. In questo modo, le comunicazioni possono passare con rapidità e senza dispendio di carta e tempo tra una azienda e l’altra o tra l’azienda e la pubblica amministrazione.
L’obbligo interessa circa 3 milioni di imprese e, come era lecito aspettarsi, ci sono già voci critiche nei confronti di una misura che, lo diciamo subito, noi di Infoiva riteniamo utile e necessaria. Ma come funziona la PEC? Chi di deve adeguare e averla? Per chi è un affare e per chi no? A questi e ad altri dubbi cercheremo di dare una risposta questa settimana qui, su Infoiva. Per arrivare al 30 giugno almeno minimamente preparati.
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