Le indagini coordinate dalla Procura di Civitavecchia, hanno fatto luce sulle attività dell’organizzazione capeggiata da un professionista del capoluogo laziale Gino Severini, noto alle cronache per essere stato anche presidente dell'”Arezzo Calcio”, creatore di una fitta rete di cooperative, che venivano gestite da uomini di fiducia e che scomparivano dopo che il consorzio addossava loro tutti i suoi debiti tributari.
Dagli accertamenti della Guardia di Finanza inoltre è emerso che il giro d’affari avrebbe portato un ricavo pari più o meno ad una sessantina di milioni di euro, i quali sarebbero poi stati reinvestiti nell’acquisto di beni immobiliari, che confluivano in una società costruita ad hoc. Le indagini non hanno permesso di capire chi ci fosse ai vertici della società stessa, tuttavia hanno raccolto una serie di elementi tali da permettere al Giudice delle indagini preliminari, Giovanni Giorgianni, di emettere ben sette provvedimenti restrittivi alla libertà personale.
Inoltre sono stati confiscati tutti i beni immobili collocati tra Roma e Fiumucino ed è stato attuato il sequestro preventivo dei conti correnti del consorzio, per un valore di circa 10 milioni di euro. Nell’inchiesta gli indagati risultano essere ben 49 tra capi, gregari e professionisti, tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale, ai danni dell’Erario quindi.
Francesca RIGGIO
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