Roncoroni: “I frontalieri sono una risorsa per il Paese”

In queste ore non si parla d’altro, il tanto temuto Redditometro è già lo spauracchio di tutti i contribuenti italiani. Ma c’è una categoria in particolare apprensione: i frontalieri, oltre 55mila lavoratori italiani, la metà dei quali residenti in provincia di Varese. I pendolari della frontiera fino ad ora non hanno dovuto presentare la dichiarazione dei redditi, perché le imposte del lavoro svolto in Svizzera vengono trattenute ovviamente dallo stato elvetico. In merito abbiamo ascoltato Pietro Vittorio Roncoroni, sindaco della cittadina di Lavena Ponte Tresa, 5.600 abitanti di cui almeno la metà lavoratori oltre frontiera.

Sindaco Roncoroni, i frontalieri italiani lavoratori in Svizzera fino ad ora non hanno mai dovuto presentare la dichiarazione dei redditi per ovvi motivi, come cambierà la situazione con l’introduzione del Redditometro?

Spero non cambi nulla e spero che i frontalieri italiani vengano ancora esentati dalla compilazione della dichiarazione dei redditi, in quanto le tasse sul lavoro sono pagate interamente oltre confine. Ormai siamo quasi abituati alle iniziative del governo di turno a scapito dei nostri frontalieri, bisogna comprendere la mentalità che il lavoratore oltre frontiera è colui che porta ricchezza dall’estero, non è privilegiato, anzi.

L’equilibrio tra Stato italiano e frontalieri è sempre stato abbastanza fragile.

Il lavoratore oltre confine comunque non ha solo i vantaggi derivanti da una minore tassazione, come nel caso svizzero, ma anche una serie di disagi collegati alla sua situazione, per esempio non dispone di tutti gli ammortizzatori sociali di un cittadino svizzero e nessun altro tipo di tutela.

Su un campione di 35mila contribuenti controllati andare a rivedere la capacità reddituale di un frontaliere di Lavena Ponte Tresa…

Certo rappresenterebbe una strana fatalità, ma io credo che il buon senso alla fine riuscirà a prevalere.

 

Jacopo MARCHESANO