Unioncamere: tariffe locali e tasse frenano la ripresa

Più acqua potabile “dal rubinetto” e trasporti extra-urbani, meno elettricità e gas: è questo il mix che, a cavallo tra 2012 e 2013, ha mantenuto su livelli sostenuti l’inflazione tariffaria e pesato su bilanci delle imprese e portafogli delle famiglie italiane.

Tasse e tariffe locali soffiano decisamente sull’inflazione e soprattutto rischiano di rappresentare un freno alla ripresa economica. E’ la fotografia che emerge dall’analisi di Unioncamere sull’andamento dei prezzi amministrati a controllo locale e nazionale – realizzata attraverso il proprio Istituto di ricerca specializzato nelle indagini su distribuzione e servizi (INDIS) – sulla base dell’Osservatorio ”Prezzi e Mercati”.

Revisori legali, aggiornamento del Registro entro il 23.09

 

Le persone fisiche e le società di revisione iscritte al Registro dei revisori legali devono provvedere all’invio dei propri dati anagrafici e degli incarichi al fine della “prima formazione” di un nuovo Registro entro e non oltre il 23 settembre. La gestione del nuovo Registro passerà dal CNDCEC (Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) al MEF (Ministero dell’Economia e delle Finanze).

Per i revisori già iscritti, è previsto il passaggio automatico al “nuovo” Registro, ma gli stessi sono tenuti ad integrare le informazioni inviando un’apposita comunicazione al MEF. Per ciascun incarico devono essere comunicati la durata ed i relativi corrispettivi. Con riguardo alla durata dell’incarico, specificare sia la data di inizio sia quella di scadenza (individuata in via presuntiva nella data di fine esercizio finanziario oggetto di revisione), avendo cura di comunicare tempestivamente la data di effettiva cessazione dell’incarico stesso.

La moda Made in Italy vince anche a Piazza Affari

Il lusso Made in Italy corre anche in borsa, dove i titoli della moda che conta sembrano avviati verso un’inarrestabile ascesa, anche e soprattutto nel prossimo autunno.
A determinare il successo a Piazza Affari sono state anche le numerose acquisizioni e fusioni, annunciate e non, e poco importa se il ruolo giocato dai marchi è stato quello dei predatore o della preda.

Qualche esempio pratico è quello di Tod’s, che ha guadagnato il +48,7%, Ferragamo il 52,8%, Luxottica il 31,5%, Brunello Cucinelli il 68,7% e Damiani il 19,3%.
Si tratta di segni più che positivi, in grado di sbaragliare anche la più rosea delle previsioni.

Ora che si apprestano ad affrontare gli ultimi mesi dell’anno, sembra che la strada dei grandi marchi sia sempre più spianata, complici due congiunture che, nell’avversità della crisi, si sono rivelate ottime alleate: la debolezza dell’euro, soprattutto rispetto al dollaro, dovrebbe aiutare a mantenere intatti i flussi commerciali verso gli Usa, mentre la crisi, tuttora in corso, potrebbe contribuire a creare nuove opportunità di merger & acquisition, fattore che alimenta la speculazione.

Le stime più eclatanti riguardano Tod’s, che secondo gli esperti di Citigroup il titolo potrebbe arrivare fino a 158 euro, grazie alla buona gestione della società e al legame con Lvmh: il presidente del gruppo del lusso francese, Bernard Arnault, possiede il 3,5% di Tod’s, e il numero uno Diego Della Valle fa parte del cda di Lvmh dal 2002.

Discorso analogo anche per Luxottica, poiché anche in questo caso viene visto di buon occhio “il potenziale di m&a che aggiunge appeal ai fondamentali solidi del gruppo“.
La società di Leonardo Del Vecchio potrebbe fare la parte della predatrice, con una notevole espansione dal punto di vista commerciale.

La questione è invece diversa per quanto riguarda Ferragamo, considerata a buon prezzo ma ancora senza nessun papabile partner. Secondo il Credit Suisse, che ha abbassato il target in area 24 euro, con il 77,63% del capitale saldamente in mano alla famiglia del fondatore l’azienda è tutto meno che scalabile.

Si prevede in questo caso un cambio di rotta, che potrebbe portare anche ad un’espansione nei mercati emergenti di Cina e Russia.
Il primo nome a cui si fa riferimento è quello di Brunello Cucinelli, la società simile a Loro Piana, che tratta a premio rispetto ai valori della cugina biellese, nonostante il fatturato sia più modesto.

Vera MORETTI

Per le società tra avvocati si segue la legge forense

E’ stata diramata una nota da parte del Consiglio Nazionale Forense per chiarire i termini corretti che riguardano le società tra avvocati.
Dopo, infatti, alcune affermazioni errate pubblicate dai media, Guido Alpa, presidente del CNF, ha voluto specificare che, in merito, la disciplina corretta è quella prevista dalla legge forense.

In particolare, viene chiarito che anche se il termine per la delega per la disciplina dell’esercizio in forma societaria della professione di avvocato è scaduto, non è possibile applicare la disciplina prevista per le società tra professionisti appartenenti ad altre categorie, pena la nullità delle società con grave danno per i cittadini.

Alpa sollecita dunque esercizio della delega da parte del Ministero della Giustizia, secondo i termini previsti dalla riforma forense.

Vera MORETTI

Carburanti alle stelle: effetto Siria o gestori furbetti?

Con la fine del mese di agosto, anche l’estate 2013 sta per essere archiviata ma la ripresa rischia di diventare ancora più traumatica, soprattutto per gli automobilisti, a causa dell’impennata dei prezzi dei carburanti.

L’aumento, che vede in diversi distributori italiani, indipendentemente dalla collocazione territoriale, la benzina schizzare oltre i 2 euro al litro, ha indotto il Codacons ad intervenire, esortando i consumatori a “fotografare” i listini con prezzi record, considerati, comunque, ingiustificabili.

Gli smartphone, dunque, serviranno non solo ad immortalare scene di vita vissuta, vacanze ed amici, ma anche i furbetti che cercano di fare la cresta sui prezzi dei carburanti. Le immagini verranno poi pubblicate dal Codacons e avviare una richiesta di risarcimento per i danni da speculazione.

L’Unione petrolifera non sembra d’accordo con questa azione dura da parte dell’associazione dei consumatori, e ricorda di aver raccomandato ai gestori prezzi equilibrati.
Anche se, a destare preoccupazioni sulla stabilità dei listini, è anche la situazione siriana, ancora critica nonostante ieri Barack Obama abbia, ma forse solo temporaneamente, rimandato l’attacco alla Siria da parte degli Usa.

Un’altra minaccia deriva dal prossimo aumento dell’Iva: se accadrà, ci saranno da pagare circa 2 centesimi in più al litro.

Il Codacons però non accetta queste spiegazioni, anche se concrete: “Puntualmente, in occasione del controesodo estivo, i prezzi dei carburanti schizzano al rialzo. Ormai la verde sfiora quota due euro al litro lungo le autostrade in molti distributori il prezzo alla pompa supera quota 1,960 euro al litro. Il fenomeno dei rincari in occasione delle partenze degli italiani è cosa nota, al punto che la magistratura su esposto Codacons sta indagando sulle speculazioni“, come ha dichiarato il presidente Carlo Rienzi.

A queste parole, l’Unione petrolifera ha replicato: “Ribadiamo il comportamento responsabile delle compagnie petrolifere, che per tutto agosto hanno mantenuto fermi i prezzi a fronte di un aumento di oltre 6 centesimi registrato sui mercati internazionali. Solo in questi ultimi giorni si sono avuti leggeri aumenti, stimati in 1,5 centesimi euro/litro, legati soprattutto all’acuirsi delle tensioni in Siria“.

Vera MORETTI

Sigarette elettroniche: il fisco tarpa le ali al settore

Sembrava tutto rose e fiori per il settore delle sigarette elettroniche: vendite al di sopra delle aspettative e lavoro per oltre 5mila persone.
Ma ora, anche questo comparto commerciale deve fare i conti con il fisco.

Per far fronte a quello che è stato definito un vero e proprio attacco fiscale, si è tenuta ieri presso la Sala Riunioni della Confesercenti Nazionale di Roma, un incontro aperto a tutti i rivenditori e produttori di “sigarette elettroniche” per proporre la costituzione di una Associazione di settore aderente a Confesercenti che possa tutelare la categoria, fortemente penalizzata dalla entrata in vigore della legge 9 Agosto n. 99.

Quello delle sigarette elettroniche è un vero e proprio fenomeno, visto che il Ministero della Salute ha reso noti i dati 2013 secondo i quali ben il 10,1% degli italiani intende provare questi dispositivi, mentre sono già 500mila gli utilizzatori regolari di e-cig e ben 1 milione e 600mila quelli occasionali.

La maxi-imposta di consumo, pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita al pubblico, prevista a partire dal primo gennaio del 2014, rischia di mettere in seria difficoltà un’industria oggi florida, che ha creato posti di lavoro e ha indotto a smettere di fumare a migliaia di italiani.
Per questo, la situazione viene definita critica

Vera MORETTI

Ciao Imu, la vera stangata arriva dalla Tares

Per tanti motivi l‘abolizione dell’Imu è stata ed è uno specchietto per le allodole. Intanto, la cosiddetta “service tax” che la sostituirà colpisce una platea più vasta ed è quindi facile che faccia aumentare il carico complessivo aumenti o che il benessere della popolazione diminuisca; così è accaduto con la prima eliminazione dell’Ici, pagata con riduzione dei trasferimenti agli enti locali e un comprensibile peggioramento dei servizi, oltre aumento all’aumento delle tasse locali.

Poi distoglie l’attenzione da altre tasse come la Tares, che debutta quest’anno sostituendo la Tarsu o la Tia: una stangata, soprattutto per gli imprenditori.

Secondo quanto stima la Cgia di Mestre, rispetto al 2012, gli aumenti medi stimati per l’anno in corso saranno molto pesanti:

• su un capannone di 1.200 mq l’aggravio sarà di 1.133 euro (+22,7%);
• su un negozio di 70 siamo a 98 euro in più (+19,7%);
• su una abitazione civile di 114 mq, l’applicazione della Tares comporterà un aumento di spesa di 73 euro (+29,1%).

La Tares dovrà infatti assicurare un gettito capace di coprire interamente il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, cosa non prevista con l’applicazione della Tarsu. Poi è prevista una maggiorazione su tutti gli immobili pari a 0,3 euro al metro quadrato, con la quale si finanzieranno i servizi indivisibili dei Comuni quali l’illuminazione pubblica, la pulizia e manutenzione delle strade.

Dato preoccupante emerso dall’analisi dei bilanci dei Comuni italiani sul 2010 effettuata dalla Cgia è che lo scostamento tra quanto incassato con la Tarsu/Tia e il costo del servizio di raccolta e smaltimento ammonta a circa 0,9 miliardi di euro. Un dato sottodimensionato, dice l’associazione mestrina: nell’analisi mancano infatti i dati relativi alla Valle d’Aosta, inoltre non si è potuto tener conto del fatto che alcune Amministrazioni comunali esternalizzano il servizio di smaltimento dei rifiuti a società collegate.

Secondo il segretario della Cgia di Mestre Giuseppe Bortolussiquesta situazione rasenta il paradosso. Con la crisi economica e il conseguente calo dei consumi, le famiglie e le imprese hanno prodotto meno rifiuti. Inoltre, grazie all’aumento della raccolta differenziata avvenuto in questi ultimi anni un po’ in tutta Italia, il costo per lo smaltimento degli stessi è diminuito. Detto ciò, con meno rifiuti e con una spesa per lo smaltimento più contenuta tutti dovrebbero pagare meno. Invece, con la Tares subiremo un ulteriore aggravio della tassazione”.

Imu, Taser, service tax: nomi diversi, stessa sostanza

Addio all’Imu. La tassa sulla casa è scomparsa dal vocabolario degli italiani. Al suo posto, dal primo gennaio del 2014 arriverà la service tax: non più una tassa sulla proprietà, ma sui servizi al cittadino, pagata quindi non solo dai proprietari, ma anche dagli inquilini. Con il risultato, ha detto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, di alleggerire il carico fiscale sulle spalle delle famiglie, perché la copertura per le due rate 2013 dell’imposta sugli immobili non sarà trovata con l’introduzione di nuove tasse.

Come emerso nei giorni scorsi, le risorse per evitare il pagamento dell’acconto sulla prima casa e sui terreni agricoli già rinviato a giugno scorso valgono 3 miliardi: nessun aggravio significativo delle accise, ma spending review, Iva fatturata sui nuovi rimborsi dei debiti della pubblica amministrazione e sanatoria per chiudere il contenzioso che divide erario e tabaccai per le imposte passate sui giochi. Spunta anche un mini-capitolo Irpef: l’imposta, cancellata con l’Imu, tornerà ad essere pagata sulle case e sui terreni sfitti.

Per capire  quali saranno invece le coperture per la rata di dicembre bisognerà aspettare ancora. Insieme alla legge di stabilità, che conterrà l’esatta definizione della service tax (ribattezzata dai tecnici Taser), il governo presenterà infatti anche un apposito decreto il 15 ottobre prossimo. Il tutto rimanendo però rigorosamente sotto i parametri del 3% imposti dall’Unione europea, ha assicurato il premier. “È una riforma che difendo per il merito non per l’intesa politica”, ha chiarito Letta, insistendo sugli aiuti a famiglie, Comuni e settore edile e sulla spinta all’economia che, grazie anche alla nuova tranche da 10 miliardi di rimborsi di debiti della Pubblica Amministrazion, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha quantificato in due punti di Pil.

Trovato il compromesso, tutti, tranne l’ex premier Mario Monti, ‘padre’ dell’Imu, sembrano più che soddisfatti. A partire da Silvio Berlusconi, che sulla riforma mette anche il suo cappello. “Promesso. Realizzato. Sull’Imu sulla prima casa e sui terreni e fabbricati funzionali alle attività agricole – ha commentato il leader del Pdl – abbiamo mantenuto gli impegni”.

Vediamo che cosa ne pensano gli italiani…

Abolizione Imu a favore soprattutto dei laziali

La CGIA  ha misurato i vantaggi economici che le famiglie italiane trarranno dall’abolizione dell’Imu sulla prima casa decisa ieri dal Governo Letta, e dalle rilevazioni emerge che a giovare maggiormente di questa decisione sono le famiglie laziali, seguite da quelle liguri e piemontesi.

Una speciale classifica che mette in luce come i cittadini della regione Lazio, che lo scorso anno hanno versato nelle casse dei comuni ben 753,2 milioni di euro, eliminata l’imposta  si calcola risparmieranno all’anno 540 euro circa a famiglia. Gli abitanti della Ligura invece non saranno più costretti a versarne 259, cifra che nel 2012 ha costituito un gettito complessivo di 170,1 milioni.

Al terzo posto troviamo i cittadini piemontesi, anch’essi beneficeranno notevolmente dall’abolizione dell’Imu, risparmiando all’anno sarà di 274 euro. La CGIA, ha  inoltre sollevato una questione che si è sollevata in questi giorni:

Aver tolto l’Imu sulla prima casa è un segnale di grande sensibilità nei confronti delle famiglie. Tuttavia –  ha fatto sapere in una nota il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – c’è il pericolo di veder ritoccate all’insù le aliquote sulle attività produttive. Dato che il gettito della prima casa finisce interamente nelle casse dei Comuni, c’è la possibilità, a fronte di questa mancata entrata e di un eventuale ritardo nell’applicazione delle misure compensative, che molti Sindaci si affrettino ad aumentare le aliquote sui beni strumentali per far cassa. Uno scenario che dobbiamo assolutamente scongiurare”

La stessa CGIA ha poi evidenziato che sebbene l’abolizione della tassa sulla prima casa avrà benefici concreti sulle tasche delle famiglie e delle imprese italiane, è necessario che il governo intervenga anche su altri fronti.

Come su quello dell’Iva, l’associazione di Mestre infatti ribadisce l’importanza di impedire che si verifichi un aumento dell’Iva.

“Dopo l’abolizione dell’Imu sulla prima casa – ha continuato Bertolussi – bisogna assolutamente evitare l’incremento dell’aliquota ordinaria dell’Iva. Questa crisi è in gran parte condizionata dal forte calo registrato in questi ultimi anni dalla domanda interna. Se non verrà scongiurato l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto daremo un ulteriore colpo ai consumi interni penalizzando soprattutto le famiglie meno abbienti e le attività economiche che operano sul mercato interno“.

Francesca RIGGIO

Crisi, aumentano i contratti part-time

Da quanto emerge dalle elaborazioni della Camera di commercio di Monza e Brianza, in Italia le assunzioni non stagionali part-time previste dalle imprese per la fine dell’anno aumentano in modo vertiginoso, passando dal 13,4 per cento nel 2008 al 27,1 per cento nel 2013. Più di 1 richiesta delle imprese su 4, quindi, è indirizzata verso impieghi a “mezza giornata”.

Nel 2013, complessivamente, le imprese brianzole mettono in previsione di chiudere l’anno con 5.830 nuove assunzioni, con un saldo tra entrate e uscite dal mondo del lavoro pari a -1.920, con un tasso di variazione occupazionale (-1 per cento) in linea con quello dello scorso anno.

Per quanto riguarda le professioni più richieste, in Brianza sono quelle commerciali (26,2 per cento), seguono quelle tecniche (18 per cento) e impiegatizie (17,1 per cento). La professione più richiesta è anche quest’anno l’addetto alle vendite, con 780 assunzioni previste.