Già si sapeva, ma ora la notizia è stata confermata: è stato raggiunto l’accordo tra Telefonica e Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo per salire dal 46 al 66% di Telco, la società che controlla il 22,4% di Telecom Italia e nomina la maggioranza del consiglio di amministrazione.
Questo significa che il principale gruppo italiani di telecomunicazioni è ora in mani spagnole, poiché è la Spagna a possederne la maggioranza.
L’accordo prevede che in una prima fase Telefonica acquisti a 1,09 euro per azione parte delle quote Telco per salire dal 46 al 66%, con un’opzione per incrementare in tempi brevi la partecipazione al 70%.
L’intesa tra Mediobanca, Generali, Intesa Sanpaolo e Telefonica prevede la possibilità di una scissione di Telco a partire da giugno 2014.
I soci Telco “mantengono la possibilità di vedersi attribuire le azioni di Telecom Italia, uscendo così dal patto parasociale, attraverso la scissione di Telco, che potrà essere richiesta durante una prima finestra tra il 15 ed il 30 giugno 2014 ed una seconda finestra tra il 1 ed 15 febbraio 2015”.
Inizialmente Telefonica sottoscriverà un aumento di capitale per 323 milioni di euro per salire fino al 66% di Telco, poi successivamente realizzerà un secondo aumento di capitale da 117 milioni, dopo il via libera dell’Antitrust in Brasile e Argentina, in modo da arrivare al 70% della holding.
In attesa delle autorizzazioni delle Autorità Antitrust dei vari Paesi, Telefonica manterrà i diritti di voto al 46% esprimendo, come ora, il 50% dei membri del CdA della quota di Telco.
Questo importante passaggio non dovrebbe influire sul piano occupazionale, come ha anche confermato Marco Patuano, amministratore delegato di Telecom: “Non sono intenzionato a licenziare proprio nessuno. Serve un modello sostenibile nel lungo termine, che favorisca gli investimenti e quindi regole stabili pro-competitive e pro-investimenti”.
Vera MORETTI
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