“La crisi di impresa. Le nuove procedure pre-fallimentari: uso o abuso?” è stato il tema quest’anno del workshop nazionale di Synergia Consulting Group – alleanza professionale di 14 studi di commercialisti presieduta da Massimo Boidi, che offre servizi di consulenza aziendale, in materia di bilancio e contabilità e servizi di corporate finance – svoltosi nei giorni scorsi a Torino.
Durante il convegno nel capoluogo piemontese sono stati presentati e commentati gli ultimi dati resi noti sulla crisi di impresa e sopratutto sul concordato preventivo, la procedura concorsuale attraverso la quale l’imprenditore ricerca in ultimissima istanza un accordo con i suoi creditori per non essere dichiarato fallito e cercare di arginare lo stato di crisi che attanaglia l’impresa. In Italia nell’ultimo anno sono state presentate la bellezza di 5mila domande di concordato “con riserva”, delle quali il 36% delle istanze si trasforma in concordato, evitando così il temibile fallimento. Si tratta di reali operazioni di salvataggio dell’azienda oppure una semplice tattica per procrastinare i pagamenti a danno dei creditori?
Domanda sorta spontanea dopo la statistica che rileva come un’azienda su quattro che ha presentato una domanda di concordato in bianco è stata più o meno casualmente coinvolta – nei dodici mesi precedenti l’istanza per evitare il fallimento – in un’operazione di cessione di rami d’azienda. In questi giorni cercheremo di approfondire la questione…
Jacopo MARCHESANO
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