Il 2014 da più parti è visto come l’anno della ripresa. Negli scorsi giorni il presidente della Commissione europea, il portoghese José Manuel Barroso, ha indicato il prossimo anno come decisivo per la crescita economica: “L’economia dell’Ue e’ giunta a una svolta e gli sforzi cominciano a dare risultati, la crescita sta lentamente ripartendo, per il 2014 siamo finalmente fiduciosi per una crescita durature”.
Ma a smorzare gli entusiasmi per il nostro Paese, arriva la denuncia del presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli, convinto che senza un’adeguata riduzione fiscale sia impossibile giungere alla tanto agognata ripresa economica: “Nel 2014 il calo ci sarà, ma appena dello 0,1%. Se le cose stanno in questo modo – aggiunge il presidente dell’organismo di rappresentanza delle imprese che sono impegnate nel commercio, nel turismo e nel terziario – il 2014 non sarà certo l’anno della ripresa, con il rischio che la crisi economica si trasformi in crisi sociale se si continuerà a far quadrare i conti dello Stato usando la leva fiscale”.
Secondo una ricerca Confcommercio-Cer presentata a Venezia e basata sugli ultimi dati forniti dal governo, il peso fiscale su famiglie e imprese viaggerà infatti a quota 44% almeno fino ai prossimi tre anni, per calare (soltanto di qualche decimale…) nel 2017.
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