Come testimoniano le parole del chief economist di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice, durante il recente convegno “Made in Italy senza Italy – I nuovi scenari della moda e del lusso”, cruciale sarà anche nei prossimi anni il sostegno del canale estero per le esportazione del settore tessile che consentirà un miglioramento degli indici di redditività.
Ancora una volta, come in molti altri settori (come vi abbiamo dettagliatamente dimostrato nelle precedenti settimane), è stata la domanda interna a penalizzare maggiormente i risultati delle imprese del settore. Nonostante gli ottimi i risultati sui mercati extra continentali (un buon +6,3%), in particolare nei paesi ASEAN (addirittura +25,9%), OPEC (+15,2%), in Cina (+14,6%), negli Stati Uniti (+5,4%) e in Giappone (+4,4%); sarà necessario aumentare il fatturato e le esportazione anche nei vicini paesi europei per sopperire ai numeri deficitari del mercato interno.
Piano piano la filiera tessile nazionale, grazie anche ai recenti segnali positivi soprattutto dalla produzione di fascia alta, si sta riattrezzando dopo un lungo periodo di scarsi investimenti, ma per competere con i maggiori competitors a livello mondiale la strada è ancora lunga…
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