Tra l’imposta dovuta per il primo semestre del 2013, in scadenza a metà dicembre, e il dover pagare il il 40% della differenza fra l’aliquota minima e quella applicata dal comune di appartenenza, c’è una consistente fetta di concittadini che, invece di non pagare l’imposta sulla prima casa come abbondantemente profetizzato dai nostri politici, rischierà di pagarla due volte.
A rischiare il doppio pagamento sono gli anziani in casa di riposo e gli italiani residenti all’estero, i proprietari di immobili ceduti in comodato d’uso, i militari e gli appartenenti alle forze dell’ordine.
Per quanto riguarda gli anziani in casa di riposo, i contribuenti si potrebbero trovare a versare la prima rata (che avevano omesso legittimamente in caso di modifica regolamentare successiva al 17 giugno) oltre, naturalmente, al saldo entro il 16 dicembre, se il comune di residenza avesse cancellato l’assimilazione operante nel 2012, che consentiva di assimilare all’abitazione principale il fabbricato non affittato e posseduto da anziani o disabili con residenza nel luogo di ricovero o da cittadini italiani residenti all’estero. Ed entro il 16 gennaio, il 40% dell’eventuale differenza tra l’imposta calcolata con aliquote e detrazioni vigenti nel 2013 e quella con aliquote e detrazioni “di base”. Non dormono sonni tranquilli neppure quelli che avevano potuto godere dell’equiparazione tra l’abitazione principale e il fabbricato concesso in comodato a parenti che lo utilizzavano come abitazione principale. Delicata, d’altronde, anche la soluzione dei militari nonostante da luglio, grazie al 102/2013, viene considerato abitazione principale un solo immobile non di lusso posseduto da militari e appartenenti alle forze dell’ordine, purché non locato e a prescindere dalla dimora abituale e dalla residenza del contribuente stesso. Una situazione abbastanza complicata non semplicissima da risolvere…
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