di Davide PASSONI
Ci risiamo. Più o meno puntualmente, ogni anno siamo qui ad ascoltare e leggere studi e analisi le più disparate sull’andamento delle partite Iva in Italia. A dar retta a quello che si sente, il popolo dei partitivisti sarebbe in una specie di corpo liquido in perenne cambiamento e movimento. C’è la crisi? E allora le partite Iva aumentano perché le aprono gli espulsi dal mondo del lavoro? C’è la crisi? E allora le partite Iva diminuiscono perché non c’è lavoro e i professionisti si trovano in estrema difficoltà.
Insomma, c’è di che non raccapezzarsi. Anche in questo scorcio finale del 2013, quando da più parti si dà la ripresa come un dato di fatto ormai all’orizzonte, anche se non si sa bene di quale orizzonte si stia parlando, diversi sono i segnali che arrivano dal mondo delle partite IVA. Incoraggianti e un po’ meno incoraggianti.
Quello che è certo è che il cosiddetto “popolo delle partite IVA” contribuisce ancora in larga parte a tenere in piedi il tessuto economico italiano, con tutele molto minori rispetto ai lavoratori dipendenti, una tassazione al limite del vessatorio e la sensazione di essere più una vacca da spremere che una risorsa da valorizzare.
Questa settimana Infoiva cercherà di capire dove va questo popolo, quali sono le dinamiche che lo interessano, quale futuro può ancora dare a sé e all’Italia.
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